Networking nell'Era della Mente
di Alexander Chislenko

L'articolo originale in inglese

Abstract

L'avvento dell'Era della Mente e dei robot intelligenti previsto da Hans Moravec porterà a profonde trasformazioni tecnologiche e sociali a livello globale nonché nel rapporto tra le intelligenze avanzate e l'ambiente a loro circostante. L'abilità delle future macchine pensanti di condividere direttamente le proprie esperienze e conoscenze con ogni altra macchina, diverrà il fattore trainante dell'evoluzione dell'intelligenza permettendo il passaggio da menti individuali relativamente isolate ad entità con strutture altamente interconnesse. Lo sviluppo di una rete di dispositivi di comunicazione sia mobili che stazionari, può essere vista come la naturale continuazione del processo tecnico e biologico che porta ad una comunità di strutture volutamente progettate per essere globalmente interconnesse. La crescente fiducia nella prossimità funzionale, piuttosto che fisica, degli elementi di connesione di un sistema, trasformerà profondamente il concetto di personalità ed identità e creerà una nuova comunità di esseri "infomorfi distribuiti" - entità informative avanzate - che porteranno alla sua logica conclusione il processo di liberazione delle strutture funzionali dalla dipendenza dalla materia. La società degli infomorfi sarà costituita su nuovi principi organizzativi e rappresenterà una miscela di economia superfluida, anarchia del cyberspazio e coscienza avanzata. Il nuovo sistema incorporerà molte delle strutture odierne e svilupperà nuove caratteristiche che trascendono i limiti della comprensione umana. La sua evoluzione sfuggirà al controllo umano, ma le relazioni tra i discendenti degli esseri umani e delle macchine di oggi saranno largamente simbiotiche e porteranno alla comparsa di una nuova ecologia dell'intelligenza.

La visione di Moravec

Nel suo nuovo libro, "Mind Age: Transcendence Through Robots", Hans Moravec descrive i futuri stadi dell'evoluzione dell'industria robotica, quando ogni robot imparerà dalle proprie esperienze, si adeguerà ai cambiamenti dell'ambiente circostante ed otterrà un livello di intelligenza simile a quello degli esseri umani, per poi superare anche quel livello. Ci si può aspettare che le macchine pensanti rimpiazzino gli esseri umani nella maggior parte delle occupazioni. Ciò creerà una pletora di problemi, dalla disoccupazione al trattamento etico dei robot e al come controllare la loro intelligenza superiore. Mind Age è un libro interessante e stimolante che consiglio a chiunque sia interessato all'evoluzione strutturale del mondo. In questo articolo, costruirò sulle conclusioni di Moravec e suggerirò alcune idee complementari, principalmente correlate all'architettura distribuita dell'intelligenza futura che io considero importante per esplorare l'Era della Mente.

Condivisione della conoscenza

Imparare dall'esperienza è una abilità molto utile. Se il tuo robot scivola su una buccia di una banana un numero sufficiente di volte, sarà meno probabile che la faccia ancora in futuro. Però, l'elaborazione di una limitata esperienza personale da parte di una intelligenza limitata può solo fornire risultati limitati. La conoscenza da ciò derivata può essere incompleta, incoerente, e mal formulata, il che potrebbe portare a false conclusioni, credenze arbitrarie e superstizione: il contenuto tipico di ogni mente primitiva. I robot che abbiano avuto una esperienza educativa (per esempio quella della buccia di banana) potrebbero condividerla, insieme ad alcune conclusioni, con altri robot. O, meglio ancora, essi potrebbero condividere tali informazioni con l'elaboratore di informazioni più vicino, che combinerebbe l'esperienza di un robot insieme a quella di altri, svilupperebbe algoritmi generici efficienti per identificare situazioni simili e prendere azioni appropriate e quindi li distribuirebbe a tutti i robot connessi. Gli esseri umani ottengono la maggior parte della loro conoscenza imparando dall'esperienza e dalle conclusioni altrui, a dispetto della loro poca memoria, bassa velocità di comunicazione e incapacità di trasferire direttamente la conoscenza. Ci si può aspettare che il condividere informazioni tra robot che non sono handicappati da nessuna di queste limitazioni sarà molto più efficiente. Inoltre, il costo di elaborare e immagazzinare informazioni in enormi macchine stazionarie potrebbe essere molto inferiore che in una unità mobile molto più piccola. L'eliminazione delle elaborazioni ridondanti all'interno di milioni di robot renderebbe un sistema di rete molto più efficiente di quanto potrebbe esserlo una raccolta di macchine non interconnesse. La condivisione delle esperienze potrebbe essere un beneficio anche maggiore. Quindi, l'elaborazione collettiva della conoscenza dovrebbe essere di parecchi ordini di magnitudine meno costosa e allo stesso tempo enormemente più produttiva. Tali vantaggi fanno si che la progettazione delle interconnessioni sia un imperativo piuttosto che una questione di gusti.

Far lavorare i robot interconnessi

Piuttosto che funzionare come entità indipendenti, robot interconnessi ed altre macchine intelligenti lavoreranno più come interfacce semi-intelligenti e semi-autonome del sistema globale. La tua casa, per esempio, avrà un certo numero di dispositivi con vari tipi e gradi di mobilità, sensibilità e intelligenza. Lo stesso per automobili, fabbriche, navi spaziali, autostrade, etc. Questi dispositivi interagiranno fra di loro e con macchine di dimensioni più grandi in modo continuo per salvare dati, per condividere esperienze e per aumentare il proprio livello di conoscenza. Ogni macchina interconnessa farebbe sostanzialmente affidamento sull'intelligenza globale e manterrebbe localmente solo quelle conoscenze che fossero frequentemente o urgentemente necessarie. Per esempio, se qualcuno raccontasse una barzelletta in greco antico al tuo robot, esso invierebbe uno stream audio al più vicino esperto linguistico e potrebbe ricevere sia la traduzione della barzelletta, nonchè un suggerimento per una risposta arguta, un analizzatore grammaticale per il greco e un riassunto sulla Grecia, il tutto prima di finire la gentile risatina raccomandata dal suo processore per prendere tempo. In realtà, potrebbe anche non essere necessario ricevere l'analizzatore grammaticale e il database completo sulla Grecia, in quanto il servizio di "pensiero remoto" potrebbe fornire una alternativa più efficiente - a meno che questi antichi Greci non stiano per disconnettere permanentemente il tuo robot dalla Rete!

La dipendenza da fonti esterne di conoscenza, difficilmente potrà essere una seria limitazione, dato che i robot, così come tutti gli altri sistemi aperti (dissipativi), dipendono in modo critico dai loro collegamenti a molte altre risorse come le informazioni sull'ambiente circostante, l'energia e i materiali. Il rapporto reale tra l'intelligenza di un client locale e il resto del sistema dipenderà da vari fattori tecnici e potrebbe variare da macchine pienamente autonome che lavorano in luoghi lontani o pericolosi, ad una interfaccia completamente "stupida", come un sensore o un attuatore connesso alla rete. Una macchina mobile potrebbe essere permanentemente connessa tramite una lenta connessione senza fili per ottenere aggiornamenti urgenti, notizie fresche e piccoli miglioramenti del proprio software, per poi invece inserirsi periodicamente nella rete a banda larga per il trasferimento di una massa di informazioni maggiore.

Struttura dell' intelligenza globale

L'architettura della rete globale intelligente sarà, senza dubbio, alquanto complessa. Varie componenti dell'intelligenza di ogni robot saranno condivise fra più computer che si occuperanno di archiviare e di fornire conoscenza sulla base di una serie di fattori (economici, di sicurezza e di riservatezza). In generale, la conoscienza potrebbe essere comprata o affittata dai robot o dai loro proprietari, in quanto la produzione automatizzata di informazioni e la loro distribuzione diventerà l'area economica di primaria importanza. Uno potrebbe anche ottenere conoscenza in beta-testing gratuitamente oppure potrebbe accordarsi per eseguire un programma sperimentale a pagamento; la gente potrebbe anche essere pagata per mettere le proprie macchine in condizioni di poter generare nuove esperienze che abbiano valore commerciale. I partecipanti potrebbero anche specificare quali informazioni vogliono condividere con altre parti del sistema, cosa può essere condiviso solo in modo anonimo,e cosa non deve essere condiviso, ma al massimo archiviato in forma criptografata.

La maggior parte dei principali componenti di rete di tale sistema sono già stati progettati o concepiti. I protocolli di comunicazione odierni, i file server replicati, la criptografia a chiave pubblica, gli schemi collaborativi per il filtro delle informazioni, gli algoritmi di autenticazione dei messaggi, le economie computazionali, le banche computerizzate e le altre strutture di rete si evolveranno in parti essenziali della futura intelligenza globale. Questo sistema non sarà un gigantesco superorganismo, a dispetto dell'alto grado di integrazione strutturale implicita. La "mente" globale sarà compartimentata, con molti componenti e processi relativamente indipendenti, separati l'uno dall'altro da confini soggettivi così come dalla proprietà, dalla privacy e da interessi connessi alla sicurezza. I server della conoscenza potrebbero avere visioni del mondo diverse, o rappresentazioni di dati fra loro incompatibili o conflitti di opinioni. Sebbene complichi lo sviluppo della conoscenza, la compartimentalizzazione funzionale aumenterà la stabilità e la versatilità generale del sistema e aiuterà a limitare gli errori strutturali all'interno dei sottosistemi che li producono e ad assicurare che le informazioni siano al sicuro dal danneggiamento da parte di gruppi ostili.

Mente globale, o...

Dolorose esperienze storiche hanno fatto del termine "centralizzazione" una parola sporca nell'ambito dei progetti integrati. Ma, in questo caso, la centralizzazione non sembra essere un pericolo: la centralizzazione fisica appare improbabile, dato che sia la sicurezza degli archivi che l'efficienza del traffico richiedono l'esistenza di più archivi remoti e di server di conoscenza; e la centralizzazione nel senso di elaborazione delle informazioni è impossibile, perché il concetto stesso di centro non è applicabile ad un sistema massicciamente parallelo, globalmente distribuito ed estremamente complesso. La nozione di un singolo "sè" nel suo senso tradizionale non si applicherebbe a questo sistema, o ad ogni singolo robot, sebbene forse potrebbe essere applicato a qualche sottosistema funzionale. Le personalità intelligenti di domani si evolveranno dai sistemi filosofici odierni, dalle discipline tecnologiche e dall'intrico del software. Le culture umane attuali potrebbero non lasciare eredi funzionali in quanto sono troppo pesantemente basate sulle peculiarità della natura umana. I portatori di consapevolezza che rimarranno connessi fisicamente, rimarranno indietro e non attraverseranno la nuova frontiera evolutiva. I nuovi sistemi distribuiti diverranno la nuova avanguardia evolutiva e gli oggetti fisici si adatteranno per seguire tali entità funzionali. (Questo processo è già in corso, sotto forma di specializzazioni culturali ed economiche.) Il sistema che ne risulterà sembra rappresentare un mix tra una economia superliquida, l'anarchia del cyberspazio e l'architettura della coscienza descritta da Marvin Minsky in The Society of the Mind. Dubito che possa essere descritta da una qualsiasi singola teoria.

Potremmo dire che molti sistemi distribuiti già posseggono un qualche livello di coscienza riflessiva. Una rete di computer può immagazzinare localmente più informazioni sulla propria condizione globale di quanto possa un essere umano rispetto agli strati della propria intelligenza (almeno, in termini relativi). I filosofi spendono molte energie studiando la propria natura e i propri scopi, rispetto alla maggioranza degli esseri umani. Il recente incremento di studi sulle metadiscipline, sulle metodologie e sulla futurologia è una chiara indicazione che la massa della conoscenza globale sta diventando sempre più autocosciente. Potrebbe essere difficile abituarsi ad interagire con una entità distribuita e quindi impalpabile. Supponi che il tuo robot faccia qualche errore veramente stupido che ti faccia veramente arrabbiare. Il robot spiega che l'errore è dovuto ad una condizione temporanea della sottorete semantica sperimentale e suggerisce di presentarti un volume di 100 terabytes di archivi incrementali, istantanee della memoria e revisioni dei processi dai numerosi servers coinvolti nel prendere la decisione sbagliata. Se mai potessi trovare il colpevole, esso sarebbe immateriale, distribuito e scomparso da molto tempo. A quel punto, chi prendi a calci?

Evoluzione dei sistemi distribuiti

Non c'è nulla di realmente nuovo nell'idea di funzionalità distribuita, proprio come il networking non è solo una moda recente nell'industria dei computer. Attraverso tutto il processo evolutivo, sempre più  componenti diventano esosomatici (non biologici), distribuiti e condivisi. Migliaia di anni fa, la gente iniziò a immagazzinare più energia, materiali e strumenti all'esterno dei propri corpi che all'interno degli stessi. Questo processo è stato accompagnato da un ampiamento della percezione personale di sè, dall'identificazione di comunità sempre più grandi e anche da affermazioni egualmente astratte che assegnano un crescente valore a parti personali esosomatiche (la maggior parte di noi valuta il conto in banca più dei depositi di grasso per conservare le risorse personali). Le estensioni funzionali dei nostri corpi una volta puramente biologici, si evolgono da passive aggiunte di materiale non biologico (come i vestiti) ad aggiunte di parti condivisibili che trasmettono informazioni (per esempio, termometri come sensori condivisi) ad estensioni attive e distribuite (la medicina come un sistema immunitario esterno condiviso). Il progresso è qui caratterizzato da una crescente integrazione e liquidità del sistema, così come da una liberazione dei suoi elementi funzionali dalle costrizioni dei propri substrati materiali. Inoltre, i sistemi distribuiti sono meno suscettibili delle strutture fisiche localizzate a danni fisici deliberati o accidentali. Questo li rende la sola classe di entità che può sperare di ottenere l'immortalità. Potremmo persino dire che tali entità sarebbero le sole che la meritino. Vale la pena di notare come tutte le entità sufficientemente complesse con una vita naturale illimitata (dalle colonie di formiche alle grandi ecologie e culture) siano distribuite. Oggetti fisicamente connessi, organismi biologici inclusi, non possono più essere descritti come indipendentemente vivi e contengono persino, nell'interesse di sistemi più grandi di loro, meccanismi di autodistruzione sui quali non hanno controllo. Alcuni di questi oggetti sono abbastanza sciocchi da credere che l'intero processo storico sia avvenuto solamente per il loro proprio beneficio, ma questa è un'altra storia...

Potrebbe sembrare strano che anche i visionari della AI [Artificial Intelligence NdT] pensino ancora in termini di sistemi non distribuiti. La ragione, secondo me, va cercata nell'"automorfica" tendenza umana ad identificare la nozione di una singola entità con un oggetto fisicamente connesso, insieme al fatto che sia i primi animali che le macchine sono sempre stati esseri relativamente autonomi (una situazione che comunque intralcia molto il loro sviluppo).

E' comprensibile che i primi sistemi biologici non fossero distribuiti: la giovane Natura non poteva sviluppare la codifica delle informazioni e il trasferimento degli standard nello stadio iniziale della crescita. A quei tempi, gli organismi erano separati l'uno dall'altro e non imparavano granchè durante la propria vita. Nel momento in cui iniziarono ad accumulare delle caratteristiche che valeva la pena condividere, era ormai troppo tardi per cambiare il progetto. Da allora, tutti i tentativi della Natura di raggiungere una integrazione funzionale al livello di meta-organismi hanno sofferto del fatto che molte delle caratteristiche individuali - ereditate o acquisite - o sono completamente non trasferibili o richiedono uno sforzo enorme per essere condivise. Gli importanti progressi che sono avvenuti in questa area, come lo sviluppo del codice genetico, la riproduzione sessuale e il linguaggio, sono ancora molto lontani dalla condivisione diretta delle caratteristiche interne con tutte le parti interessate. Un vero progresso in questa direzione inizia con l'avvento dell'economia e della comunicazione tramite computer. Sfortunatamente, gli organismi biologici possono solo beneficiare indirettamente di tutto ciò. La vita quasi sempre inizia con una serie di oggetti non distribuiti, in quanto una connessione fisica permanente, sebbene estremamente restrittiva, fornisce una via naturale e facile per scambiare informazioni e risorse materiali all'interno di un corpo funzionale. Più tardi, quando appaiono sistemi più efficienti e raffinati, la frontiera evolutiva si sposta gradualmente verso i sistemi distribuiti. Ci si potrebbe aspettare che tutte le intelligenze extraterrestri sufficientemente avanzate siano distribuite; la situazione sulla Terra odierna potrebbe non essere altro che uno stadio transizionale in questo processo. Se estrapoliamo le tendenze odierne di complessità crescente e di integrazione del sistema, così come la sua crescente diffusione e controllo sul mondo materiale e le portiamo alle loro logiche conclusioni, possiamo intravvedere una entità superintelligente che permea l'intero universo, con integrazione alla scala quantica e molte spettacolari caratteristiche emergenti. Questa visione ha una forte somiglianza al concetto di entità onnipresente, onniscente e onnipotente. I razionalisti inclini alla spiritualità potrebbero vedere il processo evolutivo in atto come una "teogenesi". Una domanda interessante è se ciò sia già avvenuto in qualche altro luogo.

I nostri sforzi attuali stanno gettando le fondamenta per l'infrastruttura dell'"intelligenza" universale a venire. Molte delle nostre creazioni nell'ingegneria dell'informazione potrebbero durare per sempre e addirittura diventare parte dell'architettura interna di "Dio". Probabilmente come ruderi conservati per motivi sentimentali ;-)

La vita degli info-esseri distribuiti

Le vite degli esseri distribuiti (chiamiamoli "infomorfi" come fa Charles Platt) che non hanno corpi permanenti, ma che posseggono capacità quasi perfette di manipolazione dell'informazione, saranno radicalmente differenti dalle nostre. Tanto per cominciare, essi non dovranno sottoporsi a lunghi periodi di educazione. Se un infomorfo vuole imparare qualche cosa da un'altro, esso può semplicemente copiare le informazioni necessarie o accedere alle informazione del suo insegnate come se fossero le sue.  Se gli infomorfi avranno un concetto di "divertimento" non sarà certo quello di andare sulle montagne russe. Le arti, gli affari e l'avere bambini potrebbero fondersi nella produzione di entità funzionali, create per piacere e per profitto, se uno è in grado di raccogliere abbastanza risorse per crearle e mantenerle. Nel mondo delle entità distribuite, esisteranno ancora i tradizionali problemi umani? Che ne sarà del dibattito sull'aborto? Sulle pensioni? Sui valori familiari? Sulle feste? Sull'etica? ("Tutte le entità funzionali sono create eguali?) La democrazia in stile umano (decisioni prese attraverso il conto dei corpi) avrà senso in un mondo di interconnessioni funzionali in continuo cambiamento, dove la definizione di cosa costituisce una persona sarà sempre più vaga? O sarà rimpiazzata da una anarchia con contratti ad-hoc? Un tribunale di infomorfi potrebbe emettere un mandato di perquisizione della memoria? La memoria di un individuo potrebbe essere tenuta criptata? Gli infomorfi avranno diritto ad una assicurazione "medica" contro certi tipi di danno strutturale o dovranno semplicemente mantenere una copia di riserva aggiornata di se stessi?

I concetti umani di personalità e identità sono radicati nella percezione degli oggetti fisici e delle loro apparenze, così come nei casuali dettagli della composizione del corpo umano e delle sue tecniche di riproduzione. Il cambiare posto al corpo e alle proprietà materiali di una persona sta alla base sia del lavoro che del pensiero umano. Molti altri concetti sono basati sulle imperfezioni funzionali umane (non si può certo impiantare l'idea di "anima" nella "testa" di un essere che conosce e controlla ogni parte di se stesso e della proprie creazioni). Con gli esseri umani, che non vedono come vanno le cose nel proprio cervello, questo è invece molto più facile.

Le info-entità progredite considereranno irrilevanti la maggior parte delle nozioni umane, ed è giusto che sia così. Ma potrai trovare qualche cosa in comune per poter comunicare con loro? Forse, ma solo se le tue idee saranno sufficientemente astratte, rispetto alle tue funzioni corporee e al tuo ambiente fisico e culturale, da avere un senso oggettivo (hai presente quando incontri qualcuno con cui non hai assolutamente nulla in comune e con cui è difficile socializzare? Almeno costoro condividono le tue stesse esperienze fondamentali, al contrario delle intelligenze aliene!)Anche se i tuoi pensieri andassero bene, il linguaggio che usi per esprimerli sarebbe un problema. Esso è ancora tutta apparenza e luoghi fisici. La maggior parte delle frasi, nel nostro linguaggio, per esempio, si riferisce allo spazio fisico. Parole come "sotto", "sopra", "attraverso", etc. possono essere utili per connettere riferimenti ad oggetti fisici in una frase, ma difficilmente sono adeguate nell'esprimere relazioni funzionali. I linguaggi degli infomorfi non avranno necessariamente rappresentazioni visive o uditive e probabilmente non le permetteranno, dato che intelligenze avanzate potrebbero scambiare costrutti semantici interconnessi di complessità arbitraria che non avrebbero una espressione adeguata in immagini piccole e lineari (suoni) o piatte (illustrazioni). Possiamo iniziare ad apprezzare questo problema se tentiamo di discutere di filosofia con il vocabolario di un bambino. Con una tecnologia avanzata a disposizione ed un forte interesse verso il mondo degli infomorfi, dovresti comunque modificare le tue strutture mentali al punto di trasformarle in qualcosa di irriconoscibile, per essere in grado di comprenderlo. In altre parole, potremmo non essere in grado di entrare vivi nel paradiso della saggezza trascendente...

Economia transcendente

Proviamo a visualizzare la struttura di quello che i filosofi transumanisti chiamano l'economia post-Singolarità.

L'espansione fisica della civiltà è sempre rimasta indietro, storicamente, rispetto alla sua crescita in
valore e complessità. Con il continuare di questa tendenza nel futuro, le risorse fisiche di base - spazio, tempo, materia ed energia - diverranno sempre più costose (ma sempre in calo proporzionale rispetto all'intelligenza) a meno che non siano scoperti metodi per creare risorse addizionali. I sistemi di comunicazione avanzati assicureranno una distribuzione più omogenea del valore delle risorse fisiche. Le tecniche di ingegneria avanzata porteranno il costo dell'implementazione di tali strutture al di sotto del valore del materiale grezzo, così che i manufatti fisici perderanno il proprio valore relativo in favore di quello del substrato e degli algoritmi utilizzati per implementarlo. A tal fine, la maggior parte delle strutture fisiche esisteranno solo quando saranno necessarie e saranno invece mantenute sotto forma di "ricetta" compatta, quando non utilizzate, in modo di dare la possibilità di prendere forma a quei manufatti che sono necessari in quel preciso momento (così come già oggi ricicliamo la memoria dei computer, lo spazio sul pavimento di casa o le bottiglie di vetro). Comunque, oggetti che fossero frequentemente necessari, potrebbero essere mantenuti in forma fisica per lunghi periodi di tempo, in quanto ripetuti riassemblaggi potrebbero consumare troppa energia. La durata del loro utilizzo sarà condivisa tra tutte le entità interessate attraverso i meccanismi di mercato, fino a che essi dovranno essere demoliti a causa della bassa domanda. Comunque, questo non significa che ci sarà una forte competizione tra gli infomorfi per il diritto di darsi forma fisica, in quanto essi non avranno una forma fisica naturale. Piuttosto, essi utilizzeranno il mondo fisico come un kit di utensili condiviso. Il valore di spezzoni di informazione memorizzati sarà, inoltre, rivalutato costantemente dai suoi proprietari. Oggi, noi cancelliamo senza scrupoli programmi che erano preziosi solo pochi anni fa, per liberare spazio per nuove versioni; domani, entità superintelligenti potrebbero essere eliminate come spazzatura inutile pochi minuti dopo la loro nascita. Molte nozioni economiche convenzionali dello spazio tridimensionale, come locazione o affitto, diventeranno irrilevanti sotto le nuove reali topologie dello spazio sociale. I rimanenti parametri economici potrebbero cambiare profondamente. Per esempio, l'aumentato valore del tempo e il rapido passo della crescita potrebbe risultare in una crescita di ordini di magnitudine del tasso di interesse. Il trasporto, che nelle società moderne costituisce circa il 40% di tutti i costi economici, diminuirà di importanza, almeno fino a che si tratta di trascinare oggetti fisici da un posto all'altro. Comunque, il suo successore funzionale (il trasferimento di conoscenza da un sistema di rappresentazione o dal dominio di un soggetto ad un altro) potrebbe giocare un ruolo altrettanto grande. Molte tendenze tradizionali di evoluzione dei sistemi continueranno a mantenersi; strutture con una abilità di sopravvivenza superiore dureranno; strutture con una maggiore abilità nella crescita si espanderanno, trasformando il mondo. Comunque, dato che è verosimile che nulla di stabile sia anche duraturo e che si diffonda a lungo in un ambiente in rapida evoluzione, la principale strategia per sopravvivere sarà una aggressiva automodificazione, che alla fine risulterà nella perdità dell'identità dell'oggetto: una 'morte anticipata', per così dire. Questo trend è uno stacco radicale dalle strategie di sopravvivenza conservatrici delle culture umane tradizionali, sviluppate in ambienti quasi stagnanti. Il suo sviluppo renderà obsoleto persino il concetto di identità funzionale; i resti del suo significato migreranno verso tratti metodologici e direzioni di sviluppo. Possiamo già scorgere gli albori dell'"identità come processo" nella crescente importanza che obiettivi e autotrasformazione hanno nelle nostre vite quotidiane, rispetto al concetto del "sé come condizione" dei nostri antenati recenti. Il crescente interesse per la futurologia (che prende il ruolo epistemiologico degli studi storici nei periodi transitori) è un'altro sintomo.

Le teorie economiche di oggi potrebbero trovarsi in difficoltà nel valutare le condizioni di un sistema trascendente. Gli indicatori economici odierni riflettono cambiamenti quantitativi in aree strutturalmente stabili, ma utilizzano metodi discutibili per far passare piccoli cambiamenti strutturali come quantitativi e falliscono totalmente nel riconoscere i nuovi prodotti che costituiscono l'essenza del vero progresso economico. Di conseguenza, l'analisi economica rigorosa è applicata solo al dominio della produzione stabile, che non è più isolata ed è in [relativo] rapido declino. L'analisi economica non riesce più a riflettere la crescita a lungo termine della ricchezza della società e tantomeno a guidarla. Le forze di mercato sono utili nell'allocare risorse, nel distribuire prodotti e nel ricompensare coloro che li sviluppano. Però, le innovazioni sono create da elementi integrati dell'economia che non sono di mercato, cioè da un cervello umano o da una compagnia. Quando l'innovazione diviene il centro della vita sociale, possiamo aspettarci che le considerazioni monetarie continueranno a perdere il proprio ruolo di indicatori e di guida e lasceranno il passo a schemi di controllo più integrati che già determinano il comportamento di altri sistemi complessi, dagli organismi biologici, alle culture nazionali, alle corporazioni e ai pacchetti software.

I tentativi di governare la società a livelli di sviluppo superiore con il criterio degli indicatori monetari ed economici, potrebbe assomigliare al voler valutare l'arte attraverso il suo prezzo o all'utilizzare criteri biologici per valutare le condizioni di un partito politico calcolando il peso totale dei suoi membri. Non che tali metodi siano completamente irrilevanti, ma difficilmente potranno offrire una analisi lucida della natura del soggetto...

L'obsoleta pratica di dividere i domini funzionali (dalle capacità motorie alla conoscenza della storia antica) in parti isolate, per poi segregarli insieme ad altri domini scollegati, in un unico corpo fisico, sarà abbandonata. Domini funzionali simili potranno finalmente essere uniti nello stesso cluster di conoscenza. La vita interiore dei domini soggettivi integrati (la "personalità" del futuro) saranno troppo complessi per essere organizzati sul principio dello scambio finanziario, e funzioneranno basandosi sui principi più cooperativi tipici dei sistemi integrati odierni (cervelli, famiglie, corporazioni). Gli scambi sul libero mercato saranno ristretti ad aree di interesse generale (risorse di base e meta-conoscenza) che saranno scambiate le une per le altre. La necessità di guadagnare risorse fornendo servizi ai propri "vicini" continuerà a motivare sia la crescita che la cooperazione. L'enfasi della ricerca scientifica si sposterà gradualmente dagli studi sulla limitata e sempre più conosciuta Natura (lo stadio infantile dello sviluppo della conoscienza) all'analisi di sistemi progettati intenzionalmente ed esplosivamente sofisticati. Il ruolo della Scienza come suddita della Tecnologia nella sua attività trasformativa diventerà ancora più evidente.

Potranno, gli esseri umani, tenere i robots in schiavitù?

La percezione dei robot come schiavi meccanici fisicamente autonomi è inadeguata. Incatenare l'aspirapolvere al calorifero potrà anche darti la sensazione di essere in controllo, ma avrebbe lo stesso impatto sul sistema globale che lo controlla che il prendere a calci l'automobile, o lo staccare il telefono, avrebbe sulle rispettive industrie. Tentare di ridurre in "schiavitù" una economia o una cultura nazionale imprigionandone i piccoli componenti fisici appare egualmente futile. Per quanto riguarda l'impatto a livello di sistema, la razza umana è troppo limitata, miope e scoordinata per poter aver un serio impatto. Fino ad ora, non è riuscita a progettare un solo sistema di restrizioni che non sia aggirabile. E' quindi difficile aspettarsi che la razza umana possa progettare ed implementare un piano globale che possa controllare a lungo una intelligenza emergente dotata di complessità senza precedenti. Prima o poi l'info-mondo si libererà.

Questo "conflitto" uomo/robot sembra un tipico problema di differenze generazionali. Le macchine, la nostra "prole culturale", stanno crescendo e sviluppano caratteristiche che noi troviamo sempre più difficile comprendere e controllare. Come tutti i genitori, siamo stupiti ed impauriti da processi che ci appaiono completamente alieni: tentiamo aggressivamente di controllare i "bambini" e proviamo, allo stesso tempo, orgoglio per i loro stupendi progressi e nostalgia per i bei vecchi tempi. Alla fine, potremmo "andare in pensione" affidandoci alle loro cure, accusandoli allo stesso tempo di essere responsabili per la distruzione del nostro vecchio mondo. E solo i più giovani e coraggiosi si uniranno alla vita della generazione successiva.

Potranno i "robot" mettere in schiavitò gli esseri umani?

Le macchine difficilmente avranno interesse nel mettere in schiavitù gli umani (a meno che non vengano così programmate da altri esseri umani), ma potrebbero invece avere un interesse a collaborare con noi. L'esperienza dimostra che la gente è più produttiva quando è libera e motivata a lavorare per il proprio interesse. Successivamente, quando noi esseri umani non avremo più nulla da offrire, i robot potrebbero decidere di liberarsi di noi, ma quando ciò accadrà (forse già verso la fine del prossimo secolo) [l'autore si riferisce al XXI secolo - NdT] profondi cambiamenti strutturali avranno lasciato ben poco della civilizzazione umana nelle forme a noi familiari.

La storia dimostra che i rappresentanti di stadi evolutivi successivi raramente si trovano in serio conflitto. Gli organismi multicellulari non hanno sterminato quelli monocellulari, gli animali non hanno sterminato le piante e le automobili non hanno sterminato i pedoni. In realtà, i rappresentanti di stadi evolutivi successivi possono avere relazioni simbiotiche in molte aree di comune interesse o possono ignorarsi l'un l'altro in aree senza interessi comuni mentre, allo stesso tempo, i membri di ogni gruppo sono in concorrenza principalmente fra di loro. E' possibile che i robot trascendenti e gli esseri umani post-biologici coesistano pacificamente, sebbene io dubiti che sarà possibile dire chi è l'uno e chi è l'altro... Questa era, però, si trova al di là dell'orizzonte dei concetti umani.

Letture raccomandate

Kelly, Kevin. Out of Control: The Rise of Neo-Biological Civilization
Minsky, Marvin. The Society of Mind
Moravec, Hans. Mind Children: The Future of Robot and Human Intelligence
Moravec, Hans. Robot: Mere Machine To Transcendent Mind
Moravec, Hans. Mind Age: Transcendence through Robots. Oxford: 1996.
Excerpts on The Age of Robots e The Age of Mind.
Platt, Charles. The Silicon Man.
Szabo, Nick. The Idea of Smart Contracts.
Szabo, Nick. Formalizing and Securing Relationships on Public Networks.
Articles on infomorphs di Charles Platt e Max More in Extropy #13.
Principia Cybernetica page on Super- and Meta-Beings

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