La prospettiva dell'immortalità, di Robert Ettinger

10. Morale, usi e costumi di domani   

Quasi tutti i beni, per quanto desiderabili o necessari, devono essere "venduti" se non costituiscono una necessità immediata, siano essi assicurazioni sulla vita, derrate alimentari, medicinali o altro. Se respirare non fosse un riflesso automatico, ci sarebbe sicuramente qualcuno che dovrebbe essere convinto a tirare il fiato... Anche l'immortalità dovrà essere "venduta" ad un numero minimo di persone prima che possano prendere il via i programmi di ibernazione.  

Sarà davvero un mondo migliore, quello di domani? Vale la pena di continuare a lottare? Se siamo convinti delle possibilità future di plasmare la nostra personalità, questo singolo fatto dovrebbe bastare a farci rispondere affermativamente. Potremo essere tutti "felici e contenti". Tuttavia, preferiremmo avere la certezza che i anche cambiamenti esteriori saranno altrettanto realizzabili.  

Nei capitoli precedenti abbiamo parlato di come impiegheremo la nostra immortalità in termini molto generici, dato che, ovviamente, è impossibile fare previsioni precise su un arco di tempo così lontano. Penso che sia comunque interessante presentare ora alcune delle possibilità che ci si offriranno a più breve scadenza: nello stesso tempo, così facendo, renderemo la prospettiva dell'immortalità più reale e adeguata alle nostre necessità individuali. Non pretendo naturalmente di offrire una descrizione sistematica o esaustiva.  

Prima di dare inizio a questo abbozzo, potrebbe essere opportuno accennare brevemente ad un futuro più lontano, non indicando cosa vi troveremo, dato che sarebbe impossibile, ma specificando quello che non vi troveremo.  

Oltre il Beowulf  

Uno dei luoghi comuni preferiti degli scrittori è che "la natura umana non cambia mai". Le manifestazioni della natura umana, però, variano fortemente a causa delle differenze ambientali, come abbiamo appreso dagli studi su gemelli monoovulari allevati separatamente e prossimamante saremo testimoni di mutamenti anche nella base biologica della natura umana, con risultati che è impossibile prevedere.  

È vero che ancora oggi leggiamo il Beowulf, l'Iliade e Amleto, e molti studiosi affermano con superficialità che queste e altre opere del genere faranno parte della nostra cultura per sempre, ma negli ultimi trenta o quarantamila anni, il periodo cioè in cui l'uomo ha iniziato il suo presunto dominio della terra, i mutamenti culturali sono stati relativamente modesti e i cambiamenti biologici virtualmente nulli. Nei prossimi secoli i mutamenti saranno incomparabilmente più grandi.  

Sono convinto che in poche centinaia di anni le parole di Shakespeare, per esempio, non desteranno in noi maggior interesse del grugnito di un suino nel porcile (gli studiosi di Shakespeare e, insieme ad essi, i censori e i giudici dovranno trovarsi nuovi lavori, che oggi forse non possiamo neanche immaginare). Non solo la sua opera risulterà intellettualmente debole e scritta in un linguaggio vago e limitato, ma le questioni stesse di cui si occupa, non saranno altro che curiosità storiche. Avidità, lussuria e ambizione non esisteranno, in quella società, in forme a noi riconoscibili. Con le risorse praticamente illimitate di quell'era, tutti i desideri comuni saranno rapidamente soddisfatti o saranno rimossi dalla mente dell'individuo in questione. Inoltre, se la civiltà sopravviverà talmente a lungo, con tali forze titaniche a disposizione, vorrà dire che  l'uomo avrà trovato il modo di vivere in pace con i propri simili.  

La spinta competitiva fra individui potrà forse persistere, ma se così sarà, ciò si verificherà sicuramente in forme radicalmente diverse da quelle attuali.  

È impossibile dire se la maggior parte di noi sarà richiamata alla vita prima o dopo che l'uomo sarà riuscito ad operare mutamenti veramente radicali in se stesso. La mia opinione personale è che la maggior parte delle persone oggi viventi sarà ibernata con metodi che non arrecheranno troppi danni e che sarà quindi più facile ovviare e guarire i danni portati dalla vecchiaia, che riprogettare e ricostruire completamente corpo e cervello. Mi sembra quindi logico dedurre che, al momento del nostro risveglio, l'uomo sarà ancora più o meno uguale a quello che è oggi.   

Prendiamo ora in considerazione il medio termine e vediamo quali potranno essere, in quel periodo, alcuni aspetti della vita di tutti i giorni.   

Stabilità e regola aurea  

Come già  detto, la prospettiva dell'immortalità dovrebbe frenare le azioni sconsiderate e irrazionali, nonché il comportamento antisociale. I capi di stato vorranno assicurarsi la propria incolumità e saranno obbligati a considare l'impatto a lungo termine delle proprie politiche. Ogni vantaggio temporaneo perderà di importanza. La vita di ciascuno dipenderà dal funzionamento costante dei congelatori e quindi dalla stabilità delle istituzioni economiche ed amministrative. Nessuno sarà eccessivamente avido, sapendo che presto, immobile e congelato, sarà alla mercè dei propri successori e che non sarebbe quindi una buona idea avere con essi pessimi rapporti.  

Nell'era delle celle frigorifere e ancor più quando saremo diventati immortali, il comportamento di ognuno di noi verso i propri simili subirà un salutare miglioramento. Le nostre azioni saranno fortemente influenzate dalla consapevolezza che non soltanto noi stessi, ma anche gli altri, saranno al mondo per molto, molto tempo. Non potremo più contare sul fatto che le persone con le quali abbiamo contatti di affari, o che incontriamo casualmente, un giorno scompariranno. Le nostre strade, invece, potrebbero incrociarsi ripetutamente in un lontano futuro. I rapporti di affari saranno tutti rapporti di luga durata e non esisteranno più "colpi" unici. La regola aurea ["Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te" NdT] non sarà più un ideale, ma una necessità. Sarà l'età dell'oro della moralità e dell'etica, nella quale ogni uomo potrà contare sui propri amici e sui propri vicini.   

(Qualcuno si chiederà che cosa succederebbe se un masochista cercasse di applicare la regola aurea… ma non sto dicendo che essa sia priva di complicazioni, o se anche lo fosse, che la disposizione ad applicarla elimini automaticamente tutti i problemi. Dico solo che si tratta di una regola valida nel suo insieme e che la sua applicazione generale costituirebbe un gran passo in avanti nella direzione giusta).  

Il pericolo dell'immobilismo e della decadenza  

Nel prendere in considerazione il comportamento degli immortali, alcuni scrittori si sono preoccupati della decadenza che potrebbe derivare da un eccesso di prudenza da parte di coloro che fossero potenzialmente immortali, ma che rimanessero vulnerabili agli incidenti. Si è fatta l'ipotesi che la società sarà privata della sua vitalità, che nessuno cercherà più nuove avventure, che ogni cittadino vorrà evitare rischi di qualsiasi genere, rifiutandosi persino di usare gli autoveicoli per paura di un incidente.  

Che la situazione si evolva in questo senso, mi sembra molto improbabile. Inoltre, l'arte medica avrà necessariamente fatto progressi tali che saranno pochi gli incidenti in grado di causare una morte permanente. In primo luogo, gli impulsi creativi e la spinta alla competizione persisteranno, in qualche forma, e manterranno la società in fermento. Come sempre, coloro che rifiutano i rischi e le sfide, probabilmente finiranno, prima o poi, per essere superati e spinti da parte - forse con umanità e gentilezza, ma anche con decisione. Come dice il poeta: "Non è la terra che ereditano i miti, ma la sporcizia" [Gioco di parole basato su "Beati gli umili perché erediteranno la terra", o in inglese "Blessed are the meek, for they shall inherit the Earth". "Earth" (terra) e "dirt" (sporcizia) si pronunciano in modo simile - NdT].  

Si troveranno persone disposte a fare anche per i lavori più pericolosi. Una degna causa, un allettante stipendio o la possibilità di coprirsi di gloria faranno gola a molti per parecchio tempo ancora.  

Più seria e sinistra è la minaccia del decadimento attraverso nuove e sofisticate forme di "seduzione". Abbiamo già un gran numero di "teledipendenti", con la spina dorsale incurvata, il ventre gonfio e la mente istupidita da ore senza fine passate facendo spuntini e fissando il televisore. Potrà una persona comune resistere alla tentazione di passare la vita seduta in un angolo con uno stimolatore elettronico dei sensi del piacere del cervello? Che cosa accadrà quando il funzionamento dei circuiti del cervello sarà pienamente compreso e si potranno provocare allucinazioni a piacere? Si potranno prendere a nolo dei nastri magnetici, per poi indossare degli speciali elmetti per i sogni e vivere la parte dell'eroe in una avventura romantica?  

A questo punto non è possibile dare una risposta precisa e soddisfacente. In Cina vi sono dei derelitti che passano tutto il loro tempo nei ritrovi per fumatori d'oppio, quando possono permetterselo. Ma sembra che questa attività si autolimiti, più o meno, poiché nessuno può sfuggire completamente dal mondo, senza avere qualcun'altro che si occupi dei suoi affari.  

Occhio per occhio  

Si è fatta l'ipotesi che in un futuro illuminato i criminali saranno "guariti" invece che puniti. Questa ipotesi mi sembra errata, o almeno discutibile, per tre ragioni.  

Innanzitutto non possiamo affermare con certezza che ogni criminale sia davvero un malato. Egli potrebbe essere un uomo in piena salute che ha deciso (magari giustamente) che i suoi interessi e quelli della società non coincidono.  

In secondo luogo, se anche il comportamento antisociale derivasse sempre da una malattia specifica e curabile, sarebbe egualmente necessario imporre una punizione come fattore dissuasivo. È vero che nell'Inghilterra medioevale la piccola criminalità fosse un serio problema nonostante le punizioni fossero crudeli, e che i crimini non premeditati o a sfondo passionale sono difficilmente scoraggiati, e che molti criminali sono recidivi, ma senza fattori di dissuasione la situazione sarebbe anche peggiore e l'asserzione rimane quindi valida nelle sue linee generali.  

In terzo luogo, l'atmosfera psicologica generale e le vittime dei criminali continueranno ad esigere idee tradizionali di "giustizia" che includono i suoi aspetti vendicativi.  

In futuro diventerà in un certo senso possibile, in qualche forma, rendere la punizione adeguata al crimine. I colpevoli potrebbero essere condannati a soffrire tutto ciò che hanno sofferto le loro vittime e a risarcirle completamente. Gli aspiranti avventurieri, sfruttatori, tiranni e delinquenti, saranno così tenuti a freno dalla paura della vendetta della società: ne avranno più paura che della morte. Nessuno potrà più pensare "se devo diventare un criminale, tanto vale commettere un crimine grave piuttosto che uno leggero". Se un tiranno lasciasse che circa mille persone nella fame per un anno, egli potrà un giorno essere punito soffrendo la fame per mille anni, magari con un paio di secoli di condono per buona condotta o per qualche altra scappatoia legale, purchè non si indebolisca il principio della dissuasione.  

Morale sessuale e vita familiare  

Nel settimo capitolo è stato detto che quasi sicuramente il controllo delle nascite diverrà la norma, almeno per un certo periodo storico e che ciò sarebbe accaduto anche senza celle frigorifere e immortalità, semplicemente a causa dell'incremento demografico naturale. L'impatto del controllo delle nascite con mezzi più efficenti di quelli odierni, come ad esempio pillole sia per uomini che per donne, si farà sentire in molti aspetti della nostra vita: dalla riduzione della dimensione media delle famiglie, alla minore percentuale di bambini nella popolazione. Ma un altro sviluppo ancora poco discusso eserciterà un'influenza anche maggiore.  

La ricerca sulle tecniche di "ectogenesi" (la gestazione di feti umani "in provetta", cioè in un utero artificiale invece che nel ventre della madre) stanno procedendo rapidamente. Si prevede anche che sarà possibile creare un bambino partendo da un solo genitore, il quale  potrebbe essere un uomo o una donna. (119) Poiché un tale figlio partenogenetico avrebbe la stessa composizione genetica del genitore, in un certo senso sarebbe un gemello, oltre che un figlio.  

In generale si ritiene che un figlio debba avere due genitori. Pochi sono così presuntuosi da desiderare che i propri figli siano il duplicato di se stessi. Ma la gestazione in provetta diventerà sicuramente la regola: quando sarà disponibile, quale donna preferirà la pena di "portare" e di partorire un figlio?  

Oggi, naturalmente, molte donne non sono disposte ad ammettere che mettere al mondo un figlio sia una sgradevole fatica, alcune potrebbero anche sostenere che è "bello". Ma questo ovviamente è soltanto un trucco psicologico, che fa di necessità virtù. Si potrebbe, allo stesso modo, sostenere che è "bello" il modo in cui eliminiamo i rifiuti corporei....  

Naturalmente ci sarà un periodo di transizione e un'opposizione di retroguardia a questa pratica. Gli oppositori saranno le stesse persone che avversarono l'uso dell'anestesia durante il parto (quando tale uso fu per la prima volta introdotto) dichiarandolo "contro natura" (perché era "stabilito" che la donna dovesse partorire con dolore per redimere i propri peccati) e affermando che l'amore della madre sarebbe diminuito se il dolore del parto fosse alleviato. I padri amano i figli quanto le madri, senza portarne il peso o partorirli il che sembra indicare che non ci saranno cambiamenti in questo rispetto quando la gestazione in provetta sarà la regola. Ma vi saranno profondi cambiamenti sociali.  

In sintesi, la maternità sarà abolita. Un bambino non avrà un padre e una madre, ma avrà due "padri", uno maschio e l'altro femmina. La parola madre potrà anche persistere, ma gli aspetti cruciali della maternità, cioè la gestazione e il parto, saranno scomparsi. (L'allattamento è già oggi divenuta una abitudine quasi abbandonata in molte comunità.)  

Le differenze tra uomo e donna saranno ridotte al minimo. La maggior parte delle attuali differenze sono culturali, dato che la differenza nella taglia fisica è di scarsa importanza: si nota a volte una differenza maggiore tra uomini appartenenti a razze diverse di quanta non ve ne sia tra uomini e donne della stessa razza. Le donne otterranno una sostanziale uguaglianza in quasi tutti i settori.  

Nelle relazioni sessuali l'iniziativa potrà passare alle donne. Dopo tutto, esse non hanno una capacità sessuale limitata quanto quella dell'uomo e quando non dovranno più temere le complicazioni della gravidanza, i ruoli di chi assume l'iniziativa e di chi la "subisce", potranno essere rovesciati. D'altra parte, questa tendenza potrebbe essere contrastata trovando il modo di dare agli uomini una virilità illimitata.  

Questi sviluppi non devono necessariamente allarmarci. Il sesso è soltanto uno dei tanti aspetti della vita e non certo il più importante. I problemi che esso pone costituiscono solo una parte dell'enorme matassa che dobbiamo sbrogliare.  

Non sembra probabile che il rilassamento dei costumi sessuali elimini la vita di famiglia o demolisca l'istituzione del matrimonio. Diventerà normale avere esperienze sessuali  prima del matrimonio e sposarsi successivamente. Ma la maggior parte della gente desidererà ancora avere figli. Anche senza figli il matrimonio serve uno scopo importante, come possiamo vedere dal gran numero di matrimoni riusciti, anche senza figli, e dai molti matrimoni felici tra vedovi o divorziati, i cui figli sono già cresciuti. La maggior parte delle persone, nella vita, vuole e ha bisogno della stabilità, del benessere e della sicurezza di un rapporto che né gli amici né i parenti possono dare.  

La questione delle entità intelligenti non-umane

Gli usi, costumi e standard di comportamento nei rapporti, dovranno evolversi tenendo conto degli esseri intelligenti non-umani. Tre possibili categorie principali di esseri intelligenti e non-umani potrebbero essere i delfini, i robot e le forme di vita extraterrestri.  

È stato accertato che il cervello dei delfini è di dimension più grandi ed è più complesso di quello dell'uomo. Alcuni ricercatori ritengono che i delfini, nonostante manchino loro le mani e la possibilità di creare manufatti, possono essere considerati intelligenti e che perciò si possa insegnar loro a comunicare. ( 60) Se ciò sarà dimostrato, arriverà forse il giorno in cui dovremo dividere il nostro pianeta con loro e forse con alcuni dei loro cugini, le balene.  

Un problema molto più spinoso è quello che riguarda le macchine pensanti. Tanto per cominciare, anche se la nozione filosofica di dualismo è stata particolarmente sterile, e se i dualisti sono in una più o meno continua ritirata, ciò non di meno il problema della mente e del corpo resta irrisolto. E anche tralasciando il dualismo, rimane concepibile che una "macchina" fatta di carne e ossa abbia dei modelli di esistenza non accessibili ad una macchina fatta di tubi e cavi. Cioè, può essere concepibile - anche se mi sembra una conclusione un po' forzata - che a parte la loro capacità di risolvere problemi, di prendere decisioni e di agire per raggiungere obiettivi, le macchine non saranno mai in grado di meritare l'attributo di "viventi". Ma se avremo un esame appropriato per la prima macchina pensante, Adam MacElectrosap, e scopriremo che essa possiede realmente la coscienza e l'essenza della vita, allora ci troveremo di fronte ad un difficile problema morale: dovremo decidere se tenerla schiava o no. (Adam MacElectrosap, naturalmente sta per  MACchina ELETTROnica SAPiente Adamo…)  

Dovremo anche risolvere un altro arduo problema, questa volta di carattere pratico, e cioè quello di decidere se sia prudente mantenere in funzione questa macchina, schiava o meno. Tale possibilità è stata descritta in molti racconti di fantascienza: le nostre creature si rivoltano contro di noi per sopraffarci, ed è una possibilità reale. Il professor Wiener, per esempio, pensa sia possibile che le macchine si ribellino all'uomo. (101)  

Dopo tutto, le macchine dotate di intelligenza avranno necessariamente un certo grado di indipendenza, di iniziativa, di imprevedibilità. Ciò è inerente alla loro intelligenza ed è ciò che dà loro valore. Possiamo sperare di riuscire a controllare entità che saranno a noi superiori sotto molti aspetti, se non sotto la maggior parte degli aspetti?  

La risposta non è immediatamente chiara. Da una parte ci sono molti esempi storici che dimostrano come intelligenze inferiori abbiano dominato intelligenze superiori. Gli intellettuali greci furono ridotti in schiavitù dai contadini romani. Una tigre può uccidere un uomo. Ed è anche concepibile che una mente solida e brillante sia nello stesso tempo mite e sottomessa. D'altra parte non possiamo evitare un elemento di incertezza. Si ha l'impressione che prima o poi sarà l'intelletto più grande a prevalere.  

È chiaro che non potremo far conto su nessuna regola, nessun freno, nessuna restrizione; e naturalmente non avrà alcuna importanza che la macchina non abbia poteri fisici diretti o non sappia maneggiare le armi. Se si vuole che la macchina funzioni si deve permetterle di comunicare e se la macchina potrà comunicare, essa avrà probabilmente la capacità di persuadere, il che è più che sufficiente.  

Per renderci conto di come questa potrebbe essere una situazione delicata, basti riflettere sul fatto che noi potremmo non riuscire a capire come ci convenga comportarci! La macchina lo saprà meglio di noi, e saprà anche ciò che è meglio per sé stessa e quale è il modo più appropriato di agire per raggiungere determinati scopi. Noi potremmo anche essere all'oscuro di tutto ciò e ritrovarci costretti a fidarci ciecamente della macchina!  

Il rimedio, come già suggerito in precedenza, può essere nell'amalgamare un cervello umano ed una macchina, in modo permanente o occasionale. Se i circuiti potranno essere integrati in modo che la macchina sia solo un'estensione, una propaggine della mente umana, aumentandone le capacità, allora potremo tenere sotto controllo la situazione. Questo rappresenterà anche un nuovo livello di vita per l'uomo, un avvenimento che possiamo a stento immaginare.  

Infine, prendendo ora in considerazione le possibili forme di vita extraterrestri, ci troviamo di fronte a un rompicapo: dove sono tutti questi extraterrestri? Dato che l'universo conosciuto contiene almeno 100.000.000 di galassie e ciascuna galassia è composta da un numero di stelle che oscilla tra 100.000.000 e 100.000.000.000 o più, e poiché la maggior parte di queste esistono da miliardi di anni, alcuni scienziati pensano che la vita debba essersi sviluppata su un gran numero di mondi e che in realtà forme di vita intelligente debbano esistere già ora in una miriade di mondi alieni.  

Tuttavia, non è vero che gli scienzati siano tutti d'accordo sul fatto che in molti altri mondi debba esistere vita intelligente: l'unica cosa su cui sono d'accordo è l'incertezza. (57) Sembrano esistere prove sufficienti ad affermare che molte stelle siano circondate da pianeti, che in molti di questi pianeti possano esistere le condizioni adatte alla vita così come noi la conosciamo e che, in circostanze favorevoli, la vita potrebbe sviluppari su tali pianeti. Sembra però possibile che la maggior parte dei pianeti che presentano condizioni adatte alla vita non siano forniti di superfici emerse. Anche più importante è il fatto che non abbiamo formule sufficientemente affidabili per calcolare la probabilità che dalla vita si sviluppi l'intelligenza e che dall'intelligenza di sviluppi la civiltà. Perciò, non dobbiamo farci impressionare dal fatto che l'universo contenga probabilmente più di 1.000.000.000.000.000.000.000 stelle. La probabilità che una civilizzazione si sia sviluppata su una di esse potrebbe facilmente essere molto meno di una probabilità su 1.000.000.000.000.000.000.000.  

Se le civilizzazioni nell'universo fossero numerose, allora dovrebbero anche esserci molte civiltà più progredite della nostra, ma in tal caso perché non ci hanno ancora fatto visita? Io non so dare una spiegazione convincente a questa domanda. Le tre supposizioni più logiche sono: 1) il tempo è troppo "vasto": tutti i nostri vicini sono a livelli di civiltà molto più arretrati o molto più progrediti del nostro e sia in un caso che nell'altro non ci si può aspettare che stabiliscano relazioni con noi; 2) lo spazio è troppo vasto: a causa della limitazione imposta dalla velocità della luce e forse da pericoli sconosciuti, il viaggio interstellare è  impossibile; 3) "essi" esistono e sanno della nostra esistenza, ma non sono interessati a contattarci, o preferiscono tenerci sott'occhio senza interferire.  

Alla luce della nostra psicologia e delle nostre prospettiva, nessuna di queste tre ipotesi  sembra plausibile. Come abbiamo detto nel settimo capitolo, l'età dell'oro sarà apportatrice di ricchezze praticamente illimitate, con materia ed energia disponibili a volontà e un livello di organizzazione anch'esso illimitato, grazie alle macchine pensanti. Esploreremo sicuramente l'universo e invieremo droni ad investigare. Se troveremo vita, su qualche pianeta, la sorveglieremo e ne guideremo lo sviluppo, sia per benevolenza che per prudenza. Non permetteremo che creature simili a noi cadano in miseria, ma neanche che diventino una minaccia. Le dimensioni dell'universo non saranno più un problema: avremo a nostra disposizione le stelle per ricavarne materia ed energia, e le nostre macchine pensanti potranno propagarsi quanto sarà necessario.  

Sono state fatte ipotesi molto pessimistiche sul destino dell'uomo e delle creature che non sono venute a trovarci. Forse le civiltà che raggiungono un alto livello tecnologico finiscono con l'autodistruggersi. Forse i problemi filosofici fondamentali sono senza soluzione e la ricompensa finale del progresso consiste soltanto nella scoperta che nulla ha significato; dopo essere maturata, una civiltà potrebbe scoprire che lo stadio successivo non è quello della supermaturità, ma quello della decomposizione. Ma queste considerazioni pessimistiche sono come minimo premature. Per il momento dovremmo limitarci semplicemente ad ammettere che il mistero rimane tale e a prendere in considerazione la possibilità che potremmo essere proprio noi la razza più antica dell'universo.  

Ad ogni modo, osservando il cielo notturno e le lontane stelle, non possiamo non  pensare  che o siamo soli in questo vasto universo, oppure in qualche altro luogo vi sono altri esseri pensanti che un giorno potremmo incontrare. Entrambe queste possibilità inducono a riflettere.  

Alcuni sviluppi a breve termine  

In passato, anche gli uomini più ricchi non avevano accesso a molte delle cose che oggi, in Europa e in America, sono date per scontate: la possibilità di comunicare e viaggiare rapidamente, un sistema giudiziario relativamente imparziale, la disponibilità di informazioni, servizi di emergenza affidabili come quello dei vigili del fuoco e della polizia, servizi sanitari efficienti, previsioni meteorologiche, polizze di assicurazione, mutui bancari a condizioni ragionevoli, assistenza odontoiatrica, aria condizionata, frutta e verdura fuori stagione, occhiali, anestesia e molte altre forme di assistenza sanitaria e farmacologica. Certamente la felicità non è direttamente proporzionale alla ricchezza, al comfort, alla sicurezza e alla tranquillità di spirito, ma non di meno una certa correlazione esiste.  

In modo analogo, in confronto a ciò che potremo avere quando saremo riportati in vita, al giorno d'oggi siamo praticamente dei mendicanti. Avremo a nostra disposizione prodotti, servizi e modelli di esistenza che oggi non esistono nemmeno (ad alcuni di essi abbiamo già accennato).  

Oltre a ciò che sarà qualitativamente nuovo, avremo presto a disposizione anche molti beni che non richiedono particolari progressi tecnologici o innovazioni, ma solo livelli superiori di impegno, produttività, automazione e ricchezza di quella attuale, insieme al normale procedere del progresso.  

Le città potrebbero esercitare il controllo delle condizioni atmosferiche, coprendo le strade con tetti retraibili. Strade ed aria saranno tenute pulite con vari accorgimenti. Non ci sarà più neanche un leggero strato di neve che possa intralciare il traffico e quelli che sono afflitti da febbre da fieno, o da altre forme di allergie, potranno trovare sollievo. Nelle città la sicurezza pubblica e il rispetto della legge potranno essere migliorati in vari modi. Tutti i luoghi pubblici saranno monitorati con telecamere e gli eventi saranno registrati per rendere più rapida l'assistenza e per avere testimonianze delle infrazioni (per esempio, il traffico potrà essere continuamente filmato, a meno che non siano approvate leggi che decidano che è più importante non violare la privacy dei cittadini). Le case e persino i singoli individui potranno essere dotati di piccoli apparecchi capaci di trasmettere segnali di emergenza ad ambulanze, pompieri, polizia, soccorso stradale, o ai tecnici dell'ibernazione. Tutto ciò potrebbe essere abbinato a radio da polso alla Dick Tracy.  

L'onestà negli impieghi pubblici e privati potrà essere incoraggiata con l'impiego periodico di macchine della verità per garantire che la nostra fiducia sia ben riposta, una condizione, questa, per il mantenimento dell'impiego. Nulla aiuta il comportamento etico quanto la rimozione delle tentazioni. Naturalmente, potrebbero essere approvate leggi secondo le quali ciò equivarrebbe a forzare un cittadino a testimoniare contro se stesso, e  l'uso delle "macchine della verità" potrebbe essere vietato, anche perchè potrebbe essere esteso anche ai legislatori…  

Le assicurazioni sulla responsabilità civile saranno forse obbligatorie, cosicché ciascuno sarebbe finanziariamente responsabile nel caso infrangesse la legge. Le persone "a rischio" potrebbero essere assicurate dallo Stato, ma le loro attività potrebbero essere limitate.  

I ministeri della salute, dell'educazione e del welfare degli Stati Uniti, e le analoghe organizzazioni in altre parti del mondo, potranno assumersi una maggiore responsabilità per quanto riguarda la vita e l'educazione familiare. Oggi i bambini sono generati e cresciuti da personale solitamente impreparato: piccoli esseri umani alla mercè di ignoranti e di bruti. I bambini, tranne in casi estremi, non saranno tolti ai genitori, poiché è generalmente ritenuto che anche un ottimo orfanotrofio sia peggio di una pessima  famiglia. Sarà però esercitata una forte pressione per obbligare padri e madri ad educare se stessi per diventare genitori migliori e i bambini saranno protetti con controlli periodici.  

L'amministrazione della giustizia sarà più imparziale, meno costosa e più affidabile. L'assurda formula "trenta dollari [di multa] o trenta giorni" [di detenzione] sarà definitivamente abbandonata. Le prigioni potrebbero essere usate soltanto per coloro che fossero pericolosi per l'incolumità fisica degli altri o che potrebbero causare danni irreparabili, e non per coloro che sono colpevoli soltanto di delitti contro la proprietà o di illegalità tecniche, quale la violazione delle leggi antimonopolio. I crimini di quest'ultimo tipo potranno essere puniti con multe proporzionate alle possibilità economiche, se necessario ricorrendo a forme di credito e con libertà condizionata, o con una limitazione delle attività consentite. I criteri per la valutazione delle prove nel corso dei processi saranno drasticamente riveduti e modernizzati in modo che si arrivi ad un calcolo delle probabilità più logico. La clausola del "ragionevole dubbio" potrà essere sostituita da una formula basata sulle probabilità percentuali.  
La nostra repubblica potrebbe essere trasformata in una democrazia, o forse in una democrazia "ponderata", grazie all'elettronica. Ogni casa potrebbe avere una macchina elettorale inserita nel televisore, in grado di identificare i cittadini dalle loro impronte digitali, dalla retina o da qualche altra caratteristica, e in grado di registrare e di trasmettere il loro voto. Così snellito, il lento processo elettorale potrebbe essere utilizzato per sottomettere ogni importante questione ad un referendum. La macchina elettorale potrebbe anche sottoporre l'elettore ad un esame, permettendogli di votare solo se dimostrerà di aver compreso a sufficienza il quesito in questione. È anche possibile, come già accennato, che la regola "un-uomo-un-voto" possa essere modificata, dando invece a una persona un numero di voti variabile a seconda di certe particolari condizioni, come la sua competenza e quanto egli sia personalmente affetto dalla questione  (naturalmente queste idee solleverebbero complessi problemi, ma così è stato anche  quando si trattò di sostituire le carrozze a cavalli con gli autobus e praticamente ogni altra  volta che sono apparse delle innovazioni. I problemi devono essere affrontati e risolti, non evitati).  

Le linee di metropolitana supersoniche transcontinentali, con biglietti di poco costo per una persona di reddito medio, permetteranno a chiunque di trascorrere vacanze in montagna, in riserve naturali, o sulla spiaggia. In città sistemi simili ridurranno il tempo necessario ad andare al lavoro.  

I lavori noiosi e poco piacevoli saranno eliminati per mezzo dell'automazione, o compensati da orari di lavoro più corti, o da paghe più alte. È anche possibile che, tra non molto, a tutti i cittadini sia concesso un reddito minimo, senza l'obbligo del lavoro, ma i posti di lavoro ben pagati sarebbero comunque disponibili e aperti alle persone qualificate che li desiderassero. Forse l'unica forma di lavoro dalla quale non si potrà sfuggire, e anche il principale dovere di tutti i cittadini, sarà la partecipazione alla vita politica.  

Coloro a cui non piace come viviamo oggi, a metà del ventesimo secolo, possono consolarsi: il nostro viaggio è appena iniziato.  

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11. Come sarebbe una società fondata sulla crionica/ibernazione?

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Estropico