La preparazione: un libro sulla colonizzazione dello spazio, sulla transumanità e sulla nanotecnologia.
di Rex Stephens

The Preparation © 1999-2003 Rex Stephens

La versione originale in inglese  
Traduzione: Vincenzo Battista

Capitolo 5 - Passioni ed arroganza umane

La mia teoria è che le vite umane siano governate in primo luogo dal bisogno di sopravvivere e, in secondo luogo, dalle passioni. Che la sopravvivenza sia un motore delle vite umane è cosa ovvia, poiché se non sopravvivi null'altro può avere importanza. Le passioni umane sono invece ciò che fanno avvertire agli umani che la vita vale la pena d'essere vissuta. Le passioni umane sono impulsi istintivi, ed assecondando tali impulsi si attivano i percorsi cerebrali del piacere. Poiché gli istinti umani sono in qualche modo "fuzzy" - ossia sfumati e non netti - ed i percorsi neurali del piacere variano da un cervello umano all'altro, le persone non si appassionano tutte alle stesse cose. Se stai attivamente soddisfacendo due o più delle passioni opzionali qui elencate, c'è buona probabilità che potresti considerare la tua vita piena, felice e dotata di scopo. Se stai soddisfacendo solo una delle passioni opzionali della lista, probabilmente stai sentendo che la tua vita necessita di miglioramenti e che ci sono poche cose che ti piacciono della tua vita. Se non stai attivamente soddisfacendo nessuna delle passioni umane opzionali qui elencate, la tua vita è probabilmente triste, vuota e priva di significato.

Lista delle "Passioni Umane" più comuni

Passioni Obbligate:

Cibo
Sesso

Passioni Opzionali:

Conquista
Esplorazione
Creazione
Empatia
Azzardo
Accaparramento
Territorialità
Divertimento
Apprendimento
Musica-Danza


Passioni Obbligate

La suddivisione delle passioni in categorie separate è necessariamente artificiale. Tutte le passioni sono determinate da percorsi neurali nei centri di piacere del cervello umano, da centri cerebrali associati al ragionamento di più basso livello, e da centri cerebrali emozionali, e di conseguenza tutte le passioni sono in effetti componenti di una singola forza propulsiva che controlla le nostre azioni a livello di comportamento istintivo. Le passioni sono il risultato della disposizione fisica dei neuroni nel cervello e sono perciò necessariamente connesse ad ogni altro neurone che, ad un qualche livello, sia presente nel cervello.

Tuttavia, per difendere la mia scelta di suddivisione delle passioni nelle loro componenti di base, si può far notare che passioni differenti sono nate in momenti differenti della lunga storia della vita sulla Terra. Le diverse passioni possono rinforzarsi o cancellarsi l'una con l'altra. Non tutti i piaceri fanno "avvertire" la stessa sensazione ed è perciò evidente che sono originati da differenti percorsi neurali dI piacere.

Ogni percorso neurale di piacere ha due stati estremi; un estremo è associato al piacere (la ricompensa per una azione appropriata); l'altro estremo è associato al dispiacere (uno sprone verso azioni migliori). Il precursore del primo percorso di piacere si sviluppò in una singola cellula vivente in epoca pre-Cambriana. Questo precursore non era nulla di simile al piacere come lo conosciamo oggi, ma era più qualcosa di simile ad uno stimolo chimico rilasciato da qualche struttura sensoriale interna all'organismo unicellulare, struttura sensoriale che in tal modo comandava all'organismo di "muoversi avanti" (verso il cibo) o "muoversi indietro" (arretrando dal pericolo).

Una volta che la vita ebbe raggiunto la capacità di costruire corpi multicellulari, i percorsi del piacere si evolsero in un gruppo di cellule specializzate che mettevano in connessione i sistemi sensoriali con i mezzi di locomozione. Il messaggio era, comunque, ancora lo stesso: "vai avanti" (verso la soddisfazione) o "allontanati" (scappa dalla paura).

Quando la vita si fu evoluta ulteriormente, i percorsi del piacere svilupparono parametri operativi più complessi. Ora, tali percorsi erano dotati di un punto neutro (non far nulla) e molteplici estremi associati a opzioni di rinforzo positivo (vai rapidamente in quella direzione, avvicinati furtivamente all'obiettivo, attendi quanto più è possibile, aspetta che l'obiettivo giunga da te) nonché molteplici estremi associati a opzioni di rinforzo negativo (allontanati quanto più velocemente possibile, allontanati furtivamente, immobilizzati in modo che "lui" non possa vederti, ecc…)

Il percorso associato al piacere di mangiare fu il "nucleo" costitutivo del primo vero cervello che si formò. Altri "nuclei" basilari del cervello furono i meccanismi di regolazione delle funzioni corporee, i meccanismi di regolazione del battito cardiaco, e alcune funzioni cerebrali di più altro livello come ad esempio la memorizzazione di informazioni e le capacità di pensare al modo di usare l'informazione memorizzata al fine di sviluppare di strategie di sopravvivenza "apprese". Il "percorso del piacere di mangiare" non era perciò, in origine, ancora completamente sotto il controllo del processo di pensiero, e tuttavia ancor oggi esso è gestito in modo da esercitare una considerevole quantità di controllo su manifestazioni fisiche e mentali (per esempio, un uomo affamato ha lo stomaco che borbotta, non riesce a concentrarsi, continua a pensare al cibo, diviene irritabile) o concretizzarsi in manifestazioni di passione per il cibo, ed inoltre esso interviene per organizzare il resto del cervello in modo tale da stabilire la priorità delle informazioni da memorizzare e sulle quali pensare.

L'impulsivo di mangiare fu la passione che comparve per prima. Mangiare è una passione obbligata che non può essere ignorata nei cervelli primitivi e può essere ignorata solo con difficoltà in cervelli più avanzati. Persino prima che la vita sviluppasse i cervelli, l'impulso verso il cibo era presente nei tipi di vita più primitivi. Gli animali multicellulari che erano cacciatori mobili, furono i primi a sviluppare un percorso di piacere "pensante". Tali animali erano spinti a cacciare dalla sensazione di "dispiacere" d'essere affamati. Una caccia di successo ricompensava il cacciatore facendogli avvertire il piacere della soddisfazione. L'estremo opposto del primo percorso di piacere era ovviamente la paura (d'essere mangiato).

La seconda passione ad emergere fu probabilmente il sesso. Il sesso è anch'essa una passione obbligata che non può essere ignorata nei cervelli primitivi e può essere ignorata solo con difficoltà in cervelli più avanzati. Il sesso esiste da ancor prima che fosse connesso ad un percorso di piacere. Oggi, tutte le piante floreali nonché i funghi e molti tipi di animali hanno ancora una qualche forma di riproduzione non connessa a sensazioni di piacere che ricompensino i loro sforzi sessuali (o almeno, di piacere del tipo noto a noi umani).
Il successo nell'accoppiamento è un prerequisito per il successo di qualsiasi specie sessuale. Gli animali che provano piacere per il sesso cercheranno il sesso con maggiore probabilità, indipendentemente da quali ostacoli trovino fra essi ed un partner potenziale.

Un avanzamento sessuale significativo negli antenati umani fu il calo del desiderio sessuale che si verificava quando l'uomo superava l'età di picco della sua fase di vita riproduttiva. Questo consentiva agli umani che erano già oltre le loro migliori età riproduttive, di concentrarsi su modi per migliorare le proprie vite, il che in molti casi è stato altrettanto importante per il successo dell'umanità quanto lo è stato il forte desiderio di procreare. Una volta assolto il compito di trovare un partner sessuale e generare una famiglia, è più vantaggioso concentrarsi sull'approvvigionamento di cibo e di quant'altro occorra alla propria famiglia perché sia in condizione di generare ulteriori figli. Questo calo senile del desiderio sessuale umano è responsabile tanto quanto lo sono altri fattori dell'insorgere della civiltà e di tutte le altre avventure cooperative che l'umanità ha intrapreso. Senza tale cooperazione, noi umani ci troveremmo ancora nelle stesse condizioni degli altri animali sociali che quando superano l'età di picco della loro prestanza fisica vengono scacciati dal gruppo o possono restarvi solo in ruoli subordinati; I nostri anziani, invece (ossia gli ultra-trentenni, poiché solo di recente gli umani hanno conquistato una aspettativa di vita media superiore ai 30 anni), occupano oggi posizioni tali da essere in grado di esercitare potere sui giovani ed impartire ad essi utili insegnamenti. Oggi, le tradizioni sociali sono i moderatori più importanti del desiderio sessuale umano, ma ciò non sarebbe accaduto senza una competizione sessuale che avesse dato il via alla cooperazione sociale.

Le tradizioni umane hanno interferito con l'azione naturale della passione sessuale umana, con effetti talvolta positivi, talvolta negativi.

La cooperazione umana e gruppi familiari relativamente stabili, sono due dei modi in cui le tradizioni umane hanno modificato in meglio le passioni sessuali umane.

Sul fronte negativo, invece, le tradizioni umane sono responsabili della conservazione nel "pool" genetico dell'umanità di certi particolari tratti ereditari, tratti la cui presenza si sarebbe altrimenti ridotta durante il susseguirsi delle generazioni. Fino a tempi molto recenti, era tradizione di molte culture che i genitori decidessero il matrimonio dei propri figli. Questa stessa tradizione culturale dettava comportamenti matrimoniali appropriati cui attenersi, ed il precetto di più grande successo era l'obbligo di procreare. L'omosessualità e l'adulterio sono esempi di comportamenti che sarebbero scomparsi dal pool genetico dell'umanità se gli umani avessero potuto seguire i propri istinti, e se gli uomini e le donne non fossero stati forzati a restare assieme come marito e moglie anche contro la loro volontà.

L'omosessualità è talvolta un comportamento appreso, ma nella maggior parte dei casi ha origini genetiche. In passato l'omosessuale veniva comunque forzato al matrimonio dalle tradizioni sociali, nonché alla generazione di figli ed alla dissimulazione di qualunque comportamento sessuale improprio, e ciò accadeva nonostante persistesse l'impulso di comportarsi altrimenti, col risultato che tale impulso è stato trasmesso inalterato alle generazioni successive. La omosessualità biologica non interessa una grossa percentuale di umani, sicché è probabile che si tratti di un tratto ereditario recessivo, ma l'omosessualità è pur sempre molto più comune di quanto lo sarebbe se non fosse intervenuta la tradizione umana. Anche la violenza fisica diretta verso un partner sarebbe oggi meno comune se le tradizioni matrimoniali del passato avessero consentito alle mogli di lasciare i loro mariti violenti, anziché forzarle a non rompere il matrimonio e di conseguenza a generare altri figli che - spesso - finivano per ereditare la natura violenta dei loro padri (o madri).

Gli umani, per migliaia di anni, hanno selezionato in allevamento cani dotati di certi tratti, quali: natura aggressiva, intelligenza, velocità, natura non-aggressiva. Gli umani moderni detestano ammettere che essi stessi posseggono caratteristiche (intelligenza, capacità atletiche, omosessualità, tendenze criminali, ecc..) che sono parzialmente da attribuire alla genetica. Questa negazione ha effetto sulle personalità e le capacità fisiche di ogni umano ed è quindi una negazione molto pericolosa. Nessuna cura medica è possibile per un tratto genetico indesiderato che tutti negano esistere. Ma è vero anche l'opposto: non tutti i problemi umani possono essere attribuiti alla genetica, e gli umani dotati di tratti di personalità "cattive" e geneticamente-determinate imparano, di solito, a tenere sotto controllo il proprio comportamento. Comportamenti come quello della omosessualità sono relativamente innocui e dovrebbero, nella maggior parte dei casi, essere ignorati dalla società. Altri tipi di comportamento (come compulsioni verso il furto o l'omicidio) non possono essere ignorati dalla società. Dovremmo procedere con molta, molta attenzione in questo campo. Se ci lasciamo liberi di ammettere che esistono difetti di personalità a base genetica, ci diventa possibile curarci tramite ingegneria genetica o lo sviluppo di strategie di comportamento appreso per rinforzo. Ma è anche possibile che l'ingegneria genetica sia usata per curare gente che non necessita di cure, allo scopo di rendere queste persone più sottomesse e più facilmente controllabili.

Le Passioni Opzionali

Le passioni umane opzionali sono ciò che rende la vita qualcosa da godersi, piuttosto di qualcosa da sopportare come fosse un pesante fardello!

Puoi facilmente verificare la verità di questa affermazione. Leggi le definizioni che propongo qui di seguito per le passioni opzionali: se almeno una volta al mese ti impegni per soddisfare due o più delle passioni opzionali elencate, puoi considerarti felice o quantomeno soddisfatto della vita. Se invece non lo fai, sei infelice e/o insoddisfatto della vita. Domanda poi alla gente che conosci (domanda, non presumere). Ogni persona felice della sua vita sta facendo qualcosa di cui è appassionata, mentre ogni persona insoddisfatta della sua vita non sta facendo nulla che la appassioni. Se sei infelice dovresti scegliere due passioni dalla lista delle passioni opzionali e provare a fare qualcosa in quelle aree almeno una volta alla settimana. Ti garantisco che noterai il miglioramento della tua vita.

Conquista:

A tutti noi piace vincere. A tutti piace fare qualcosa che nessuno sa far meglio o essere qualcuno che nessun altro può essere. Vincere e conquistare sono le basi della passione umana per la conquista. Conosciamo di prima mano quanto ci faccia sentire bene vincere o conquistare qualcosa di speciale. Vincere i migliori partner sessuali o sviluppare le migliori abilità di caccia, fu ciò che determinò l'evoluzione della passione per la conquista. Gli animali che scelgono con attenzione i loro partner e che vogliono competere con altri della loro specie per conquistarsi i partner migliori, si evolvono molto più rapidamente rispetto agli altri, per innumerevoli motivi. Se il meccanismo di variazione genetica dota un certo maschio d'uccello di un certo numero di caratteristiche che si dimostrano essere molto attraenti per le femmine della sua specie, tale maschio genererà probabilmente molti pulcini, alcuni dei quali saranno dotati dello stesso tipo di piumaggio del padre. Ma se lo stesso piumaggio fosse responsabile di una ridotta abilità nello sfuggire ai predatori, esso non diverrebbe un successo evolutivo. Solo gli animali che scelgono i compagni sulla base di ragioni obiettivamente buone produrranno discendenza più competitiva.

Nei tempi buoni, certi predatori si lasciano sfuggire le prede più facili di modo da concentrarsi sulla caccia di qualcosa di più impegnativo. Quando i tempi sono cattivi, i predatori che hanno già affilato le loro abilità nella caccia di prede difficili hanno una migliore possibilità di sopravvivenza rispetto a quelli che invece hanno sempre scelto prede facili. I cacciatori ambiziosi, a cui piace la sfida, hanno perciò una maggiore capacità di sopravvivere ai tempi più duri e scalzeranno gradualmente dal pool genetico della popolazione complessiva i geni dei cacciatori più pigri ed inefficienti.

Gli uomini, tramite la cultura e la selezione genetica, hanno enormemente modificato la passione della conquista. Gli umani desiderano ancora la conquista fisica, ma molte conquiste sono oramai mentali. Essere più furbi e svegli degli altri della tua razza è qualcosa a cui gli animali non aspirano mai. E nemmeno questi ultimi si arrampicano mai sulle più alte delle montagne, correndo gravi rischi, solo perché vogliono essere i primi a farlo o per il semplice fatto che "la montagna è là".

L'inseguimento del potere, negli individui che desiderano il potere, deriva dalla passione per la conquista. Il potere è il risultato di uno o più successi ottenuti nell'inseguire la conquista; il potere non può esistere da solo ma deve derivare - e deve essere sostenuto - da una conquista passata o dalla minaccia di poter ottenere una conquista futura. Una conquista non deve essere necessariamente completa affinché produca potere, ma basta che sembri una vittoria decisiva. Non è possibile condurre nessun negoziato per il potere se si percepisce la condizione in cui ci si trova come una posizione di debolezza. Il potere è talvolta rifiutato, o sprecato, senza che venga usato per conquiste ulteriori o per soddisfare altre passioni.

Non tutte le conquiste portano un tipo di potere che è veramente utile. Il potere in certe aree non produce nulla di utilizzabile o utile. Manon è questo quel che importa alle persone di potere, poiché l'unica cosa che li interessi davvero è l'eccitazione della conquista. In ciò risiede il pericolo del potere. E' la passione per la conquista che spinge ad inseguire il potere, non il potere stesso. Se il potere fosse re-incanalato verso scopi più produttivi, esso sarebbe costretto a modificare l'obiettivo della sua passione motrice, ossia l'obiettivo della conquista. Questa mancanza di comprensione della struttura basilare del potere è spesso il motivo per cui coloro che sono oppressi dal potere diventano immediatamente oppressori a loro volta quando siano infine riusciti a strappare il potere ai loro oppressori.

Il denaro è un simbolo che concretizza il potere ma non è una conquista e quindi non rende felice la gente fino a che non è usato per qualcosa che appassiona davvero la persona. Certe persone vincitrici di una lotteria, si scoprono prima felici, ma una volta consumata la novità della vincita (passione per la conquista, passione per l'azzardo) si ritrovano nuovamente infelici. La stessa cosa accade a certi uomini d'affari quando avviano una compagnia commerciale e sono felici di gestirla nei primissimi anni, fin quando è viva la sfida di un mucchio di ardui problemi da affrontare (risolvere i quali coinvolge passioni come conquista, creatività, azzardo, empatia), ma perdono ogni interesse nella gestione della compagnia quando questa diviene abbastanza consolidata da poterne delegare la gestione agli impiegati.

Il potere che una persona ha già conquistato in passato, non la rende più felice. Alcune persone capiscono che il potere in sé non da piacere e reinvestono perciò il loro potere (denaro, risorse, contatti, ecc..) in un flusso continuo di nuove imprese (di solito tentativi di conquista). Quando queste nuove imprese hanno qualcosa a che fare con le passioni umane, tali persone si sentono felici.

La passione per la conquista è la motivazione principale di fenomeni che si verificano nel mondo delle corporazioni aziendali quali i fenomeni di "hostile takeover" (NdT - Rilevamento Ostile: acquisizione di una società contro la sua volontà) o le molestie sessuali sul luogo di lavoro. Più grandi sono i livelli di conflitto e di rischio coinvolti, più grande è la conquista in caso di successo. I giocatori di giochi di potere come questi sarebbero molto più felici se aggiungessero al loro repertorio altre, ben più costruttive, passioni umane, ridefinendo gli obiettivi delle loro conquiste verso mete più produttive.

I potenti sono spesso insicuri e sentono che in qualunque momento potrebbero essere scalzati via dalla loro posizione di potere. Essi sanno bene che il potere è in se stesso "vuoto", ma non ne conoscono il motivo. L'unica cosa che sanno è che è meglio avere potere piuttosto che non averne. Questo tipo di persona eviterà qualsiasi relazione significativa con le altre persone e sceglierà invece altre passioni umane complementari per colmare gli spazi della sua vita che sono rimasti vuoti. Le passioni complementari vengono scelte tali da mettere bene in vista il potere posseduto e tali da non mostrare alcuna debolezza del potente che potrebbe essere sfruttata dagli altri. Questo tipo di persona insicura, sebbene potente, sceglierà sempre passioni come l'azzardo o l'accaparramento. Un pizzico d'empatia nella vita di persone del genere, sarebbe una buona cosa per loro e per il resto di noi che deve sopportarli.

Esplorazione:

La curiosità è alla base dell'esplorazione. Tutti gli animali sono curiosi e dotati di alcune capacità d'esplorazione. Gli umani, tuttavia, hanno spinto l'esplorazione ancora più avanti. Gli umani sembrano avere una capacità di esplorazione illimitata. Esploriamo ogni angolino ed ogni pieghetta di tutto l'universo che siamo in grado di raggiungere. Esploriamo le nostre stesse menti. Proviamo persino ad esplorare cose che non siamo in grado di conoscere pienamente: la metafisica, la filosofia, la vita dopo la morte, ecc.. La nostra capacità d'esplorazione è uno dei nostri più grandi punti di forza. Il solo inconveniente dell'esplorazione è quello contenuto nel vecchio detto :"la curiosità uccise il gatto".

Creatività:

La Creatività è una passione molto umana. Gli animali e gli uomini usano la loro creatività per ottenere qualcosa che vogliono. Ma gli uomini usano la loro creatività anche per fare qualcosa che non ha alcun valore, eccetto che quello di produrre gioia grazie al suo stesso atto creativo. Arte, musica, invenzioni e intrattenimento sono tutte derivate dall'impulso ad essere creativi.

Empatia:

L'empatia è l'impulso di desiderare d'essere compresi da qualcuno e/o di comprendere qualcuno o qualcosa. Ognuno ha una sua propria - ed in qualche modo differente - visione del mondo; l'empatia è ciò che modella la visione individuale del mondo. La gente, i luoghi e le cose con cui entriamo in contatto, ci insegnano a vedere il mondo in un particolare modo. Affinché divenga un piacere, l'empatia deve essere una strada a due sensi, ossia anche gli altri devono - in qualche misura - comprenderci. Né quel che noi vediamo in noi stessi è un riflesso fedele di quel che siamo effettivamente. L'empatia esplora incessantemente il mondo, mostrandoci potenziali interpretazioni che possano aiutarci a comprenderlo almeno parzialmente, dopodiché noi confrontiamo le interpretazioni con ciò che effettivamente vediamo ed adattiamo di conseguenza ognuna delle due visioni. L'empatia può aiutarci a restringere il campo riguardo le possibili verità su noi stessi e sul nostro mondo, riducendole ad un numero tale da metterci in grado di gestirle. L'empatia assorbe tanto tempo e tanti sforzi per esplorare il mondo e noi stessi nel tentativo di comprendere entrambi, ma ogni tanto, lungo un continuo evolutivo, inciampa in un avanzamento significativo e, dato che l'empatia è connessa a percorsi neurali di piacere, l'empatico è incoraggiato a perseguire ulteriormente il tipo d'empatia che può condurre alla comprensione. L'empatia è un insieme di svariate componenti differenti e probabilmente è la passione più complessa. Alcune delle svariate facce dell'empatia sono, ad esempio, la compassione, la voglia di condividere, la curiosità, alcuni aspetti dell'umorismo e il desiderio di socializzare con altra gente. Il matrimonio esiste più per la nostra necessità d'empatia che per il bisogno di tracciare delle linee di confine sociali. La civiltà e la maggior parte delle tradizioni sono basate sull'empatia. La democrazia, i culti religiosi, le libere imprese - e talvolta persino le leggi - sono basate sull'empatia.

L'empatia è ciò che mi ha spinto a scrivere "The Preparation". Io non volevo affrontare la fatica di scrivere questo libro. Ma la mia empatia per gli umani e per la Terra mi dicevano che era necessario scriverlo e che, poiché vi ho messo dentro il mio istinto empatico, cominciassi dopo un po' a provare piacere nello scrivere "The Preparation". Dopo qualche tempo, altre passioni (la passione per la conquista, scaturita dalla pura e semplice difficoltà di scrivere un libro come questo, o la passione per la creatività che era necessaria in ogni area interessata dal mio sforzo o per decidere come spiegare certi determinati concetti o come cercare un modo di pubblicare e commercializzare del materiale così controverso) cominciarono ad affiancarsi alla mia passione originale, ed infine iniziai a guardare avanti alla ricerca di un'altra possibilità di scrivere ancora.

Azzardo:

L'azzardo è la passione che ci spinge ad accollarci un rischio. Se il rischio non è troppo grande, o non rischiamo troppo spesso, l'azzardo può anche essere una passione piacevole. Assumersi dei rischi ragionevoli riguardo qualcosa che potrebbe trasformare in meglio la propria vita - come ad esempio incominciare un nuova attività commerciale o inventare un nuovo prodotto - può essere molto redditizio, e sono molti i grandi progressi dell'umanità che sono stati ottenuti in questo modo. Restare avvinghiato dalla passione per il rischio può invece essere anche molto distruttivo. Sono molte le persone, sia fra i grandi personaggi che fra la gente sconosciuta, che hanno ceduto alla passione per l'azzardo.

Accaparramento:

L'accaparramento è il desiderio di collezionare cose materiali. L'accaparramento è originato dal desiderio di far scorta di cibo in vista di necessità future. Negli umani, l'accaparramento può assumere moltissime forme diverse: risparmiare denaro per necessità future o collezionare pezzi d'arte, francobolli, monete, ecc... L'accaparramento è benefico se è usato per prepararsi al futuro. Ma talvolta l'accaparramento viene portato all'estremo, come nei casi di quelle persone cha hanno vissuto la loro intera vita in povertà e dopo la loro morte il loro materasso viene trovato pieno zeppo di banconote.

Territorialità:

La territorialità umana è stata modificata dalle tradizioni umane, ma il desiderio di fondo esiste ancora ed in alcuni casi è stato trasferito verso aree non-materiali della vita. Di norma, la territorialità è scoraggiata dalla società, ma esistono alcune eccezioni per quel che riguarda il potere. I dittatori controllano alcuni paesi e compiono qualsiasi spregevole azione sia necessaria per tenersi stretto il loro territorio. Le corporazioni aziendali controllano i mercati e compiono ogni azione sia in loro potere per mantenere fuori mercato altre corporazioni. Alcuni politici ritengono che un ministero politico sia di loro possesso, e raccontano ogni menzogna o compiono ogni sorta di manovra segreta necessaria a difendere il proprio territorio.

Quando le strutture di potere umane vanno in frantumi, la territorialità riafferma immediatamente la sua influenza; vedi, per esempio: grandi capi militari della ex-Unione delle Repubbliche Sovietiche e degli ex stati coloniali Africani, o bande di teppisti di strada nelle metropoli.

Su scale di potere più piccole, la gente possiede terreni propri, oggetti personali e proprietà intellettuali.

Divertimento:

L'intrattenimento è una forma di divertimento. Raccontare barzellette, parlare con gli amici e molti altri tipi di socializzazione non seriosa sono tutte forme di un'unica passione: il divertimento. La noia è l'estremo opposto del divertimento, il rinforzo negativo dei suoi percorsi neurali di piacere. Umorismo, risata e sensazione di generale contentezza sono invece associati all'estremo di rinforzo positivo. Il divertimento è una passione molto eterogenea, poiché contiene elementi provenienti da tutte le altre passioni opzionali. Fatta eccezione per la misteriosa origine dell'umorismo, il divertimento potrebbe essere considerato il percorso neurale tramite il quale tutte le altre nostre passioni sono interconnesse.

Apprendimento:

La passione per l'apprendimento perseguito come fine a sé, è una passione umana preziosa. Grandi avanzamenti come la filosofia e la religione sono tutti parzialmente derivati dalla passione per l'apprendimento. Raramente la passione per l'apprendimento può essere considerata eccessiva, sebbene alcuni uomini abbiano occasionalmente ecceduto in questa passione fino al punto di trascurare altre attività importanti.

Music-Dance:

La passione per la musica e per la danza è la più recente fra le passioni umane, nonché la sola che non derivi direttamente da un istinto animale. La musica e la danza sono invenzioni umane, e la passione ad esse associata è una passione pura, una passione che non si basa su necessità di sopravvivenza, ma che è basata esclusivamente sul piacere. Molte di tali passioni hanno cominciato a mostrarsi nelle nostre nature umane, come la passione per l'arte o la passione per la diversità - per citarne solamente due. Durante l'era transumana, potremmo cominciare ad intravedere con anticipo molte altre future passioni "pure" che attendono solo di essere inventate.

Amore:

Tutti avranno ormai notato che ho lasciato per ultima la passione più importante di tutte, l'amore.

Nonostante io la definisca "passione", l'amore non è propriamente una passione ma piuttosto una ricompensa a lungo termine per l'inseguimento di una passione. Tutte le passioni che ho precedentemente elencato sono "amate" dagli umani; gli uomini amano mangiare, amano il sesso ed i soggetti dei loro desideri sessuali, amano vincere… e così via. Pare quindi che le passioni siano associate a piaceri e dispiaceri sia sul lungo che sul breve termine, e che piaceri e dispiaceri siano intrinsecamente "costruiti" nei percorsi neurali dei centri cerebrali di piacere. Se attivi poche volte un percorso di piacere associato ad una data passione, riceverai la ricompensa a breve termine. Se continui ad attivare lo stesso percorso, svilupperai un amore per qualsiasi cosa facendo la quale riesci ad attivare quel percorso di piacere.

Il solo tipo di amore che potrebbe propriamente considerarsi una passione è il tipo di amore provato da una persona che si innamora molto rapidamente di un'altra persona. Ad un esame più attento, questo tipo di innamoramento rapido è, più probabilmente, una manifestazione dell'impulso sessuale, quindi è una estensione della passione "obbligata" per il sesso. La gente si innamora perché ha geni programmati per farlo. L'amore tiene assieme persone che altrimenti non resterebbero insieme per il tempo necessario a produrre discendenza. Quella sensazione di provare un nuovo amore, che la maggior parte della gente esprime dicendo di "essere innamorati", dura in media solo due anni (tempo abbondantemente sufficiente alla maggior parte delle donne per restare gravide), e se due persone hanno qualcosa in comune svilupperanno altri tipi d'amore per riuscire a mantenere salda la loro unione oltre questo limite di tempo. L'amore, ovviamente, è un residuo del passato distante dell'umanità, un passato precedente al tempo in cui furono sviluppate tradizioni umane finalizzate a mantenere insieme le coppie per ragioni sociali.

Il fatto che l'amore derivi dalla biologia invece che dalla magia, non sminuisce affatto l'amore. L'amore sembra magico a noi umani, e possiamo perciò sentirci ancora felici di innamorarci, proprio come possiamo gioire di ognuna delle altre nostre passioni fintanto che le dirigiamo verso mete appropriate. Proprio come è deleterio innamorarsi perdutamente della persona sbagliata, è altrettanto deleterio seguire una qualsiasi delle altre passioni umane solo perché sembra "una buona cosa". I nostri intelletti devono sempre avere la parola finale sul modo in cui seguiamo le nostre passioni.

Ho anche omesso molte altre passioni umane che sentivo non essere propriamente passioni a se stanti ma piuttosto una miscela di una o più passioni fra quelle che ho elencato. Un esempio è la passione per l'avventura: essa è in parte esplorazione, in parte conquista, in parte apprendimento, in parte creatività ed in parte empatia per il luogo in cui l'avventura si svolge.

L'inizio e la Fine dell'Arroganza Umana

Gli umani sono creature arroganti. L'arroganza umana è stata in massima parte nutrita ed amplificata dalla capacità umana di comprendere ed utilizzare la tecnologia. Senza tecnologia gli umani sarebbero delle "mezze calzette". Se qualche dio mitologico venisse sulla Terra per portarsi via tutta la tecnologia e non consentisse all'umanità di ricostruirsela da zero, la maggior parte degli umani morirebbe entro un mese, e quasi tutta l'umanità sarebbe morta entro un anno. Le creature selvagge della Terra non noterebbero alcun impatto negativo causato dal decesso della tecnologia umana. Di fatto, esse prospererebbero. Nel bene o nel male, gli umani sono strettamente legati alla loro tecnologia, ed indirettamente lo sono anche - in misura minore - all'arroganza che deriva dell'uso della tecnologia. Come ha avuto inizio questo viaggio dell'uomo sul sentiero della arroganza tecnologica? Ecco un possibile scenario.

Tanto tempo fa, in una calda e disseccata pianura, un gruppo di quasi-umani stava in piedi su una piccola altura. I quasi-umani attendevano il loro turno di mangiare dalla carcassa di un leone ucciso che giaceva nella pianura sottostante. Essi restavano sulla cima della collina così da poter controllare i predatori a loro volta impegnati a finire di mangiare dalla carcassa. I quasi-umani erano quasi i più deboli degli "scavengers" [Vedi NdT 1] ed il loro turno di predazione della carcassa era quasi l'ultimo possibile. Ora toccava alle iene razziare la carcassa. Ne sarebbe stata lasciata ben poca una volta che le iene avessero finito, solo pochi brandelli residui di midollo agli estremi delle ossa più grandi, qualche cartilagine e, se proprio la fortuna fosse stata generosa, qualche striscia di carne su un osso o due. I quasi-umani erano pronti a raccattare qualsiasi cosa potessero. Perciò si erano portati appresso bastoni e pietre per rompere e raschiare le ossa fino a ripulirle completamente dagli ultimi residui di cibo. Avevano "raccattato" già molte altre volte prima d'allora, e perciò sapevano bene cosa dovessero attendersi e quale fosse l'utilizzo migliore che potessero fare della minuscola porzione che avrebbero ricevuto. La maggior parte di loro attendeva pazientemente, rassegnata alla sorte avversa delle loro vite. Ma uno di loro, un giovane maschio, oggi si sentiva diverso.
Egli ne aveva abbastanza di aspettare. Trottò giù dalla collina, col suo bastone fra le mani, l'eccitazione e la paura come suoi soli compagni, e si diresse dritto verso le iene. Queste lo ignorarono, poiché quelli della sua razza non le avevano mai minacciate prima d'ora e visto che almeno stavolta non erano neanche abbastanza affamate da impegnarsi per ucciderlo e divorarlo. Il giovane maschio quasi-umano colpì fragorosamente col suo bastone la iena più vicina, quanto più violentemente poté. La iena lanciò un ululato di dolore e si raggomitolò su se stessa, incapace di usare le sue possenti zampe posteriori per darsi alla fuga. Tutte le altre iene adulte si voltarono immediatamente all'attacco dell'aggressore, ma questo riuscì a colpire altre due iene e scacciarle via ululanti prima che il resto delle iene potessero cominciare l'offensiva. Le iene rimaste indenni indietreggiarono di qualche passo per osservare questo strano e spaventoso cambiamento del corso degli eventi. Ma lo strano individuo, col suo minaccioso bastone, si conquistò dell'altro vantaggio roteando il bastone ed obbligando le iene ad indietreggiare ancor più. La iena colpita per prima era troppo gravemente ferita per fuggire ed il quasi-umano cominciò a percuoterla a morte sotto lo sguardo delle altre iene.

In quel momento, anche gli altri quasi-umani cominciarono a figurarsi quale tipo di corso degli eventi desideravano per se stessi, e si unirono al primo maschio per consumare la carcassa. Le iene non erano più paraggi per poter interferire.

I quasi-umani finirono la giornata con gli stomaci pieni di buon cibo (inclusa la iena morta). Le iene d'altro canto terminarono la giornata con una sensazione molto sgradevole nel cavo dei loro stomaci.

E il giovane maschio che aveva dato l'avvio a tutto ciò si colmò d'arroganza fino all'orlo. Alla prima successiva occasione, colpì col suo bastone un suo fratello maggiore che lo infastidiva, e la sua arroganza crebbe. Colpì anche suo zio, il capo di questo particolare gruppo di quasi-umani, e si eresse a capo del gruppo, sicché la sua arroganza crebbe enormemente. Egli colpì a bastonate chiunque si opponesse al suo ruolo di capo, e colpì ogni femmina che non voleva accoppiarsi con lui. Grazie al suo esempio insegnò ad ogni altro quasi-umano del suo gruppo come affrontare le cose a bastonate, e l'arroganza si diffuse.

A questo punto, animali da pascolo ancora inconsapevoli permisero ai quasi-umani di avvicinarsi liberamente alla loro mandria, sicché gli animali vennero uccisi senza sforzo. I quasi-umani poterono godere di un ricco banchetto, mentre gli animali sopravvissuti impararono a temere i quasi-umani. Ben presto ogni mandria di animali da pascolo ed ogni branco di iene finì per imparare la lezione del bastone.

Un bel giorno qualcuno colpì - definitivamente - il giovane maschio che per primo aveva cominciato ad usare il bastone come un'arma. E non cambiò nulla. L'arroganza associata all'uso del bastone-arma si era oramai già largamente diffusa anche negli altri gruppi. Gruppi distinti di quasi-umani avevano già cominciato ad usare i bastoni per attaccare ogni altro gruppo, ed avevano cominciato ad apportare migliorie all'aspetto originale dei loro bastoni. Essi fabbricarono bastoni-arma più lunghi perché avessero una portata maggiore, più pesanti perché avessero una maggiore potenza d'impatto, e sagomarono un estremo dei loro bastoni perché potessero essere usati come uno stiletto piuttosto che come una mazza. Assieme alle tecniche di fabbricazione, progredirono anche le tecniche d'uso dei bastoni-arma. L'arroganza dei quasi-umani crebbe a passi da gigante. Essi non dovettero mai più temere per le loro vite mentre camminavano in aperta pianura, perché ormai sapevano che un grosso gruppo di quasi-umani armati di bastoni poteva riuscire a far battere in ritirata persino un branco di leoni aggressivi.

Imparare ad usare appropriatamente un bastone a fini aggressivi, richiese intelligenza e coordinazione muscolare. Fra i quasi-umani, quelli dotati di cervelli leggermente più grossi e meglio organizzati si dimostrarono più abili nell'uso dei bastoni-arma rispetto ai quasi-umani dotati di cervelli più piccoli. Ne risultò che i quasi-umani dai cervelli più grandi, di solito conquistarono posizioni di potere, dalle quali dominarono gli altri componenti quasi-umani del proprio gruppo. Il "cervello grosso" divenne infine un tratto ereditario dominante lungo l'intera popolazione quasi-umana, e con lo sviluppo di rudimentali linguaggi parlati i quasi-umani varcarono definitivamente la soglia fra quasi-umano ed umano.

Certamente, nessuno sa come i quasi-umani divennero pienamente umani o quale sia stata la persona nella quale l'arroganza tecnologica si è espressa per la prima volta, ma non è questo il punto focale dello scenario precedente. Oggi sappiamo che è certo che l'arroganza tecnologica esiste, perciò la vera domanda a cui bisogna rispondere è: quand'è che la tecnologia si è trasformata da necessità in arroganza?
Tornando alla storia precedente, il giovane maschio che colpì la iena col suo bastone, fu arrogante?
No. Egli era giustificato in ciò che fece dalla sua fame e dal suo bisogno del cibo della carcassa. Le iene, a quel tempo, uccidevano e mangiavano regolarmente i quasi-umani. Usare la tecnologia contro le iene era il solo modo in cui il giovane maschio poteva trattare con le iene. Quando bastonò suo fratello che lo infastidiva, fu arrogante? No, anche allora era giustificabile. Il momento d'inizio dell'arroganza fu quando assunse il comando del suo gruppo, ammazzando a bastonate suo zio e chiunque altro lo osteggiasse senza che vi fosse effettiva necessità di farlo. Quando mise il proprio benessere al di sopra del benessere dell'intero gruppo.

E' probabile che gli umani svilupparono la religione in primo luogo come mezzo per porre dei limiti all'arroganza individuale e che solo in seguito essa divenne un mezzo per sperare di sopravvivere alla morte o per interpretare l'universo. Quasi tutte le regole religiose di qualsiasi fede, esistono per porre limiti all'arroganza individuale. Sfortunatamente, la religione può talvolta essere tanto arrogante quanto lo sono gli individui.
Anche i governi furono in origine sviluppati per porre limiti all'arroganza degli individui. Ma fra gli scopi di un governo, questo e sempre il primo ad essere abbandonato.

L'arroganza è sempre una cattiva cosa?

Si, sempre. Il problema è nel determinare cosa sia autenticamente arrogante, e cosa invece è arrogante solo in apparenza. Nella mia storia sui quasi-umani, quelli dotati di cervelli più grandi risultavano brutalmente predominanti in qualunque società di quasi-umani, e ciò per merito della loro maggiore abilità nella fabbricazione e nell'uso di armi. La loro predominanza dovette sembrare una cattiva cosa, a prima vista, ma di fatto fu direttamente responsabile del fatto che i quasi-umani divennero pienamente umani. In breve, la dominanza dei quasi-umani dai cervelli più grossi fu un avanzamento significativo. Allo stesso modo, l'inarrestabile dominazione umana della Terra a cui abbiamo assistito negli ultimi secoli, ha portato molti avanzamenti significativi per l'uomo.

Se in futuro l'uomo subisse una pesante battuta di arresto, o se qualcosa provocasse persino la sua estinzione, ciò accadrà perché l'umanità tutta ha arrogantemente interpretato il suo predominio come un avanzamento significativo. Arroganza è credere che gli avanzamenti significativi del passato siano gli stessi avanzamenti significativi di cui avremo bisogno per sopravvivere nel futuro. L'arroganza è la convinzione che qualsiasi potere sia un "buon" potere e che perciò sia indispensabile possederlo. Arroganza è credere che gli umani non siano debitori di nulla verso la Terra o verso le altre forme di vita terrestri. Verrà un tempo in cui l'umanità dovrà lasciarsi alle spalle la sua arroganza. Quest'evento sarà una pietra miliare che segnerà la fine dell'era umana e l'inizio dell'era dei super-esseri transumani. Oggi siamo giustificati per il fatto che mangiamo altre forme di vita e persino parzialmente giustificati per aver radicalmente modificato l'ambiente della Terra. Ma nel futuro prossimo, con la nostra tecnologia sarà possibile fare qualsiasi cosa vorremo e farla nella misura in cui vorremo, inclusa la fabbricazione di cibo assolutamente indistinguibile da quello vero. La nostra tecnologia diverrà parte integrante dei nostri stessi corpi. Non ci sarà più distinzione fra i nostri corpi e la nostra tecnologia perché saranno una cosa unica. In quel momento, la nostra arroganza dovrà cessare.

Non sarà facile abbandonare la nostra arroganza o i nostri eccessi di potere. Con una preparazione sufficiente, l'abbandono dell'arroganza potrebbe concretizzarsi in una transizione morbida dall'uomo ad esseri con poteri quasi divini e tuttavia benigni verso la Terra e le altre forme di vita terrestre. La mia convinzione personale è che l'abbandono dell'arroganza non si realizzerà affatto con una transizione morbida. Credo che finirà in una grande guerra, l'unico autentico "Armageddon" che l'umanità affronterà mai; una guerra fra quelli che vorranno restare aggrappati all'arroganza umana e gli illuminati che vorranno lasciarsela alle spalle, con i destini della Terra e di tutti gli altri tipi di vita terrestre presi nel mezzo fra le due fazioni. Questa guerra non sarà necessariamente una guerra fisica, poiché potrebbe essere invece una guerra mentale fra arroganti ed illuminati, con la maggior parte dei transumani che indubbiamente resteranno sulla linea di mezzo aspettando di vedere chi vincerà prima di scegliere una parte con cui schierarsi. Il vincitore - letterale o metaforico - di questa guerra, cambierà l'atteggiamento mentale del perdente.

Se gli arroganti vinceranno, essi distruggeranno le idee di quelli che vogliono lasciarsi alle spalle l'arroganza, e tutta la vita sulla terra sarà quindi resa schiava degli arroganti e sarà usata in ogni modo da essi desiderato. Se vinceranno gli illuminati, essi potrebbero nuovamente rigenerare le idee degli arroganti. I super-esseri transumani lasceranno infine la terra per esplorare la galassia. Gli illuminati potrebbero generare nuova vita su mondi desolati posti attorno a stelle lontane, e passeggiare come divinità benevole nel giardino delle loro creazioni. Se nell'universo esistono altre vite, gli illuminati si siederanno affianco delle razze più antiche dell'universo e da queste impareranno le saggezze che esse conoscono. E, di certo, gli illuminati super-esseri transumani ritorneranno occasionalmente a visitare la loro amata Terra, come pellegrini in visita alla Mecca.

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[NdT n. 1]:

In paleo-antropologia si usa il termine "scavenger" per definire sinteticamente l'ipotetico comportamento alimentare dei primi ominidi. Stando alle più recenti teorie, l'apporto alimentare di carne nella dieta dei primi ominidi sarebbe in prevalenza provenuto da carogne d'animali morti accidentalmente o dai resti dei pasti di altri predatori. Piuttosto che svolgere ruoli di cacciatori e predatori attivi, i primi ominidi avrebbero perciò fatto affidamento - molto più di quanto si pensasse in precedenza - sugli "scarti alimentari" di predatori autentici. Alcune delle stesse teorie si spingono ad ipotizzare che i primi utensili umani a fare la loro comparsa, fossero strumenti che permettevano il massimo recupero della poca carne rimasta su carogne già ampiamente "consumate" da altri predatori attivi, piuttosto che strumenti per attività di caccia intraprese dagli stessi ominidi; ad esempio: strumenti per raschiare residui di carne da pelli già spolpate, o per estrarre il midollo da ossa che le mandibole dei predatori non riuscivano a spaccare.

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