Intervista a Gabriele Rossi

Gabriele Rossi è l'autore, insieme a Antonella Canonico, di "Semi-Immortalità - Il prolungamento indefinito della vita"

Qual'è il tuo background e come sei arrivato a longevismo,singolarità tecnologica, postumano, etc?

Ho iniziato il percorso verso l'idea di "semi-immortalità" durante gli anni del liceo. Mi piace far risalire la fondazione degli iLabs al 1977, che è l'anno in cui ho conosciuto Antonella ed in cui abbiamo condotto la prima ricerca nel campo del linguaggio e dei processi di comunicazione. Mi sono laureato al DES Bocconi ed il software, in particolare l'intelligenza artificiale, è sempre stato il mio campo di specializzazione primario.

Quali autori ed esperienze hanno influenzato il tuo percorso personale ed intellettuale verso la ricerca della semi-immortalità?

Nella parte finale del libro parliamo delle cento persone che hanno maggiormente influenzato il nostro percorso intellettuale. Fare una classifica è sempre difficile. Diciamo che Friedrich Nietzsche, Kurt Gödel, Albert Einstein e Alan Turing occupano un posto centrale nelle prime fasi del mio percorso personale.

Come ti descriveresti? Transumanista, longevista, immortalista, o che altro?

Se ti rispondessi che non mi trovo molto a mio agio con le "etichette"? Considera che quando abbiamo iniziato il percorso i termini che hai appena citato non esistevano.

Perche' "semi-immortalità" e non "immortalità"?

Perché, allo stato attuale delle nostre conoscenze, non riteniamo possibile un universo infinito e quindi, magari tra molti milioni di anni, la vita così come noi la intendiamo avrà comunque fine.

Potresti spiegare ai lettori di Estropico, perché secondo te la vita è un gioco, o meglio, il Gioco?

Ritengo che lo scopo ultimo della nostra esistenza sia capire in modo completo il funzionamento della realtà che ci circonda e il funzionamento della nostra mente che cerca di indagarla. Questo è quello che nel libro chiamiamo "il Gioco". Inoltre ritengo che l'avvicinamento alla "Soluzione del Gioco" ci porterà alla Semi-Immortalità, cioè al prolungamento indefinito della vita.

Cosa ti ha spinto a voler popolarizzare questi e altri concetti in Italia con la pubblicazione di Semi-Immortalità e altre iniziative?

Per la prima volta nella storia umana, almeno di quella conosciuta, la semi-immortalità è realmente alla nostra portata e non è solo argomento filosofico o profetico. E' un evento unico nella storia dell'uomo e, per poterlo raggiungere, è necessario che se ne occupino il maggior numero possibile di persone. Lo scopo dichiarato del libro è quello di trovare altri giocatori, altri compagni di viaggio.

Quali percorsi ti sembrano i più promettenti per l'immortalità fisica (o quantomeno per  aspettative di vita illimitate, o semi-immortalità)?

Nel libro indichiamo quelli che secondo noi sono i quattro pilastri del percorso verso la semi-immortalità. Innanzitutto la psiconeurofisiologia, cioè l'esatta comprensione del funzionamento del nostro corpo e dei complessi legami con la nostra mente. Poi l'intelligenza artificiale, cioè la riproduzione completa delle nostre funzioni cognitive ed emozionali. Infine la genetica e le nanotecnologie.

In Semi-Immortalità ho notato, con una certa sorpresa, la mancanza di riferimenti alla crionica / ibernazione umana. Come mai?

Effettivamente la crionica, se sarà perfezionata, potrebbe rappresentare una sorta di polizza assicurativa contro il rischio di morire troppo presto, magari proprio pochi minuti prima di raggiungere il traguardo. Nella uscente terza edizione abbiamo cercato di colmare questa lacuna inserendo dei riferimenti specifici alla crionica.

Puoi illustrare la tua strategia longevista personale (terapie, diete, stili di vita longevisti, crionica/ibernazione, meditazione, monitoraggio, etc)?

Io vivo in modo estremizzato una contraddizione tipica della nostra epoca. Visti gli obiettivi che ci siamo prefissati siamo costretti a vivere per molto tempo sul limite massimo delle nostre risorse personali (e ogni tanto tendiamo pericolosamente a superarle). Questa probabilmente non è la strategia migliore per minimizzare i rischi ma è, come dire, inevitabile. Quindi il punto centrale della nostra strategia longevista è cercare di allenare il corpo e la mente ad affrontare il maggior numero di situazioni possibili.

In una tua video-intervista (qui su EstropicoBlog) sembri poco convinto dall'approccio "esogeno" al longevismo pratico (esemplificato dal programma longevista di Ray Kurzweil, che include l'uso radicale di integratori alimentari, dieta, etc) e ti dichiari invece a favore di un approccio "endogeno", basato sulla psiconeurofisiologia. Vedi i due approcci come mutualmente esclusivi? E hai qualche consiglio pratico per chi fosse interessato all'approccio endogeno a scopi longevisti?

No, certamente i due approcci non sono esclusivi. Diciamo che potrebbero essere sequenziali. Se il mio corpo e la mia mente non riescono autonomamente a risolvere un problema ricorro senza problemi ad aiuti esogeni. Non dobbiamo però mai dimenticare che un dolore fisico, uno stato di ansia, una malattia sono segnali che qualcosa di errato sta accadendo, se nascondo il sintomo non risolvo la causa e, in una ottica di semi-immortalità, capire le cause è essenziale. Rispetto ai consigli è sempre difficile dire qualcosa di generalizzabile, l'obiettivo riteniamo debba comunque essere l'equilibrio. L'esercizio fisico moderato e la meditazione sono probabilmente i due strumenti principe per un approccio endogeno. E poi ritengo si debba perseguire con rigore la verità, la verità verso noi stessi e verso gli altri: sono le piccole e le grandi non-verità a farci progressivamente morire. Suona strana una "ricetta filosofica" per vivere più a lungo? Sarebbe più comoda una bella pillola verde? Purtroppo è molto probabile che il lavoro su noi stessi e sulla nostra mente non sia evitabile!

Semi-Immortalità potrebbe essere descritto come un libro di filosofia della scienza che cerca di definire se l'ambito di questa ricerca (immortalità, intelligenza artificiale, io) è ragionevole o no, se è scienza o meno. La conclusione sembra essere che per ora non è ancora scienza vera, in quanto non falsificabile, ma che sta assumendo le caratteristiche delle scienze "giovani", creativa e un po' azzardata, ma con metodo. A che punto siamo in questa direzione?

Semi-Immortalità propone una sorta di "lente interpretativa" dello sviluppo dell'intera conoscenza umana ed ipotizza un possibile percorso verso il prolungamento indefinito della vita. Alcuni passaggi sono inevitabilmente "azzardati" ma, ritengo, tutti coerenti e possibili. L'impianto teorico è indubbiamente forte e gli assiomi di partenza non completamente convenzionali. Fatte tutte queste premesse ritengo che siamo ad un buon punto e la singolarità tecnologica in arrivo ci consentirà di verificare quanto siano veramente azzardati i vari passaggi.

Parlaci di iLabs e dei vostri numerosi progetti (iMed, i-ese e Aleph). Quale di questi ritieni darà i primi risultati pratici?

Il nostro laboratorio di ricerca è sempre stato caratterizzato da una forte componente realizzativa. Ad esempio, "iMed" si propone di riuscire a misurare con precisione l'età biologica di una persona; riteniamo questa misura un passaggio fondamentale verso la semi-immortalità, forse in assoluto il più importante passaggio preliminare. Solo con una misura affidabile della età biologica avremo la certezza della direzione e dell'effettiva distanza dall'obiettivo. "Aleph Vita" è l'esempio di una azienda perfettamente in linea con la futura economia della semi-immortalità; si tratta di una compagnia di assicurazioni vita che condivide con i suoi clienti l'interesse a mantenerli in vita il più a lungo possibile. Infine lo "i-ese" è il progetto di una nuova lingua realizzata per favorire il colloquio uomo-macchina; è una lingua che ha l'ambizione di porsi il più possibile vicino all'origine del pensiero e che dovrebbe anche favorire la profonda comprensione tra esseri umani. Alla base dello i-ese risiede il concetto di "modello di riferimento" il cui sviluppo matematico sta portando interessanti risultati nell'ambito della riproduzione dei processi cognitivi ed emozionali. Ecco: è dal sottogruppo di lavoro dello i-ese che si occupa della matematica dei modelli di riferimento che mi aspetto i primi importanti risultati pratici.

Vorrei porti una domanda su uno dei percorsi più controversi verso la semi-immortalità, quello del mind-uploading. Se permetti, presento la domanda sotto forma dell'introduzione ad un articolo pubblicato su Estropico su questo tema: "L'anno è il 2030. La tecnologia necessaria a creare una copia perfetta di un cervello umano è disponibile (che si tratti di una copia identica a livello atomico, creata con mezzi nanotecnologici o di un modello su computer, basato su scannerizzazione del cervello originale, poco importa ai fini di questa discussione). La domanda è: se il cervello in questione fosse il tuo, la copia saresti sempre tu?"

Effettivamente in questa domanda confluiscono decine di concetti e di posizioni diverse, da Douglas Hoftadter a David Chalmers passando da John Searle e Roger Penrose. Posso risponderti che "al momento non lo so"? Mi aspetto che quando capiremo con precisione come le informazioni sono memorizzate all'interno del nostro cervello la risposta sarà forse più vicina. capiremo se i "qualia" hanno corrispondenti nel mondo reale, se la "coscienza" è solo un fenomeno emergente, se esiste una "dimensione della volontà" e tanto altro ancora!

Qualche domanda sulla singolarità tecnologica.

Max More sembra  predire una singolarità "a onda", nella quale "il tasso di cambiamento non deve necessariamente raggiungere una crescita infinita (cioè una singolarità matematica). In questa versione, il progresso tecnologico continuerà ad accelerare, ma forse non con la velocità suggerita da alcune proiezioni." Francamente, mi sembra una versione più realistica di quella in cui la prima superintelligenza si trasforma rapidamente in un "sysop" onnipotente e trasforma tutto ciò che tocca in computronio, anche se questa è indubbiamente una visione spettacolare e affascinante, e nonostante i convincenti grafici di Kurzweil e le loro curve di crescita asintotiche. Eliezer Yudkowski, fondatore del SIAI, ha identificato tre scuole di pensiero al proposito e certamente esistono ancora altre versioni. Quale singolarità ti sembra la più probabile?

Il nostro concetto di singolarità è vicino a quello di Kurzweil. ad un certo punto la massa critica informazionale produrrà un vero e proprio salto qualitativo in tutti i campi della scienza e della tecnologia. A mio parere la principale caratteristica di questo salto qualitativo sarà proprio una sorta di "unificazione delle conoscenze" dove un progresso in un campo si tradurrà immediatamente in un progresso in tutti gli altri campi. Più che una previsione è una speranza... infatti è l'unica possibilità per qualcuno della nostra generazione di riuscire ad assistere al manifestarsi della singolarità. Tutte le altre strade ritengo richiedano più di 50 anni.

L'arrivo di una superintelligenza artificiale potrebbe impartire una fortissima accelerazione al progresso tecnoscientifico e aprire la
porta a tecnologie oggi ancora all'orizzonte (nanotecnologie avanzate, mind uploading, tecniche di potenziamento umano e terapie longeviste). Ma potrebbe anche rappresentare un pericolo esistenziale per la razza umana. Cosa rispondi a coloro per i quali la singolarità non è un'oppurtunità, ma un pericolo?

Forse non sono la persona più adatta a rispondere a questa domanda in quanto il costruire una superintelligenza artificiale è il mio lavoro principale da oltre trent'anni. Considera che non potrei mai fare questo lavoro se avessi una visione "catastrofista" del futuro. Un importante paragrafo del nostro libro è dedicato all' "etica artificiale". I rischi non vanno certamente sottovalutati ma neanche utilizzati per bloccare il cammino verso la Soluzione del Gioco. Ritengo che l'apparire di una superintelligenza artificiale sarà un passaggio indispensabile ed inevitabile.

Quello del rapporto fra singolarità e religione è un tema spesso discusso (qui un articolo del SingInst.it al proposito). I paralleli sono innegabili: l'utopia tecnologica al posto del Paradiso, Ray Kurzweil, o Vernor Vinge, o Eric Drexler, al posto di Gesù Cristo, una superintelligenza al posto di Dio, la promessa della vita eterna. Non manca neanche la necessità di condurre la propria vita in un certo modo (longevismo, crionica, etc) nella speranza di sfuggire all'oblio. Pensi che questi paralleli siano un'opportunità da sfruttare, un pericolo da evitare, una coincidenza irrilevante, o che altro?

Ottima domanda! Troppo spesso si focalizza l'attenzione solo sui pericoli "diretti" di una superintelligenza artificiale e si sottovalutano i pericoli "indiretti". Oltre al paragrafo sull' "etica artificiale" il nostro libro contiene anche un paragrafo sull' "estetica artificiale", cioè sui pericoli connessi alla possibile interpretazione distorta da parte degli uomini di una superintelligenza artificiale in grado di comporre musica di alto livello, piuttosto che poesie o quadri, e quindi in grado di rapportarsi con gli uomini anche sui vari canali emozionali. Riteniamo questa una delle trappole più pericolose disseminate sul cammino verso la Soluzione del Gioco.

Quale nuovo modello di esistenza postumana pensi sia il piu' adatto al tuo io del futuro? Cyborg, info-essere uploadato e distribuito
(infomorfo), essere umano "tradizionale" potenziato geneticamente, borganismo o che altro?

Sì, è probabile che la società della semi-immortalità sarà composta da una evoluzione dell'attuale essere umano, se vogliamo una specie di iperuomo o iperdonna. Magari frammentato e distribuito, dove la principale evoluzione riteniamo risiederà proprio nel sensibile miglioramento delle funzioni cognitive ed emozionali. Questo salto evolutivo sarà probabilmente ottenuto tramite una molteciplità di fattori, non tutti prevedibili.

Per finire, una domanda che non può mancare, parlando di singolarità tecnologica. Vinge ha dichiarato che "sarebbe sopreso se tale evento [la singolarità tecnonologica] si avverasse prima del 2005 o dopo il 2030". Kurzweil ha citato il 2045. Qual'è  la tua previsione e su cosa si basa?

Nel nostro libro indichiamo la data del 2060, con una accelerazione importante, e quindi utilizzabile ai fini della semi-immortalità, a partire dal 2030. Questa previsione si basa, come dicevo prima, sulla "speranza" che si converga rapidamente verso una unificazione delle conoscenze in tutti i principali campi scientifici, filosofici e tecnologici.

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Vedi anche: gli articoli di Estropico Blog su Semi-Immortalita'


Estropico