L'Homo Sapiens Sapiens non è certo lo stadio finale della nostra evoluzione.

Nel giro di pochi decenni, genetica, biotecnologie, nanotecnologia, informatica e robotica permetteranno alla razza umana di dirigere la propria evoluzione, così come l'individuo potrà finalmente ottenere il controllo del proprio destino. I trapianti di organi sono oggi operazioni quasi di routine ed è persino possibile cambiare sesso, ma tali pratiche possono solo essere descritte come rudimentali se si considerano le promesse di intervento a livello molecolare di bio e nanotecnologie. Il risultato finale e logico, ma raramente discusso, di tale progresso non può che essere l'eliminazione delle malattie ed il controllo del processo di invecchiamento. Al di là di questo orizzonte, la terra incognita della post-umanità.

Di fronte a tali prospettive, quale è l'atteggiamento, l'attitudine più appropriata? Questa sezione del sito dà spazio a quei filosofi e a quegli intellettuali che si confrontano con queste tematiche e che hanno sviluppato un approccio positivo nei confronti delle tecnologie emergenti.

C O N T E N U T I :

I Principi Estropici Versione 3.0, Una Dichiarazione Transumanista, di Max More

I Principi Estropici non sono considerati  verità o valori assoluti. I Principi codificano ed esprimono le attitudini di coloro che si descrivono come "estropici". Il pensiero estropico rappresenta una piattaforma filosofica da cui affrontare la condizione umana. Questo documento evita deliberatamente di menzionare specifiche convinzioni, tecnologie o conclusioni. Questi Principi intendono solamente offrire una piattaforma in continua evoluzione, dedicata ad affrontare la vita in maniera razionale ed efficiente, senza la zavorra di dogmi che non potrebbero superare una analisi scientifica o filosofica. Come gli umanisti, abbiamo una visione razionale della vita, volta a metterci in controllo della nostra esistenza, senza credenze dogmatiche di nessun tipo. La filosofia estropica rappresenta una visione del mondo ottimista e serena, in cerca di continuo auto-miglioramento basato su motivi scientifico-razionali.


L'umanità sarà radicalmente trasformata dalla tecnologia del futuro. Prevediamo la possibilità di ri-progettare la condizione umana in modo di evitare l'inevitabilità del processo di invecchiamento, le limitazioni dell'intelletto umano (e artificiale), un profilo psicologico dettato dalle circostanze piuttosto che dalla volontà individuale, la nostra prigionia sul pianeta terra e la sofferenza in generale.


L'immortalismo altro non è che la speranza di vita eterna, condivisa in forme diverse da tutte le culture del mondo, ripulita da ogni traccia di metafisica. È l'eterna ricerca dell'immortalità, strappata da un esilio forzato nell'universo mitologico ed introdotta nel mondo del razionale e del potenzialmente possibile. È l'inconscio fine ultimo e la non dichiarata giustificazione morale di vaste aree di ricerca scientifica che spaziano dalla genetica, alle biotecnologie, alla nanotecnologia. È l'ultimo tabù di una società dalla tecnologia relativamente avanzata, ma non ancora capace di realizzare la propria aspirazione centrale, o persino di poterne discutere apertamente senza sentirsi colpevole di arroganza.

Immortalità: ultima frontiera della libertà, di David Nicholas

Il fatto che la morte continui ad esistere, rende futile il nostro parlare di libertà. Le idee di libertà che accettano passivamente l'inevitabilitá dell'oblivio personale suonano sempre piú come vuota retorica. Gli dei ci hanno abbandonato e le nostre razionalizzazioni, di fronte al nulla sul nostro orizzonte personale, sono sempre meno convincenti. Ci rendiamo conto che c'è qualcosa di profondmente sbagliato in questa situazione, ma di fronte all'apparente inevitabilità del nostro destino, continuiamo ad ignorare quella che è la logica conclusione: dobbiamo salvarci da soli o perire.

Contro la vecchiaia, di Nick Bostrom

Un numero crescente di ricercatori sostiene che l'estensione radicale della vita umana è ormai solo questione di tempo. L'invecchiamento è un processo biochimico e gli esseri umani impareranno ad intervenire in esso e a rallentarlo. L' abolizione dell'invecchiamento è teoricamente possibile. È un obiettivo non ancora raggiungibile al momento, ma un giorno lo sarà. Di conseguenza, la domanda che dobbiamo porci è: arriverà in tempo per noi? O moriremo proprio prima dell'inizio di un'era in cui la vita media umana è molto più lunga e priva di malattie?

Guardare in modo positivo al concetto di hybris, di Roberto Marchesini

Il XX secolo ha visto l'acme e, molto probabilmente, il tramonto definitivo dell'identità forte, cioè di quell'ideale di purezza che, in virtù di una tradizione consolidata nella cultura occidentale, aveva cercato nell'eugenetica di Francis Galton ­ e in alcune successive ricerche da parte anche di autorevoli genetisti ­ una convalidazione scientifica, diffondendosi nei primi decenni del Novecento nel Nord America e nel Vecchio Continente. Purezza e razzismo hanno di fatto costituito un binomio inscindibile, consumandosi poi in episodi di pulizia etnica ricorrenti,sovente in forma strisciante all'interno delle società liberali, ma in forma più massiccia ed eclatante nei regimi totalitari, fondati su una proposizione oppositiva e autoreferenziale dell'identità. Il carattere di diversità ­ espresso attraverso varie forme: il delinquente-degenerato, il teriomorfo, il freak, il pazzo, la persona-cosa o l'essere contro-natura ­ è stato utilizzato puntualmente come rivelatore di inferiorità e/o di contaminazione, ove la designazione di alterità veniva tradotta in termini di esclusione dalla cosmopolis umana. Il XXI secolo si candida come l'età della contaminazione.

Lettera a Madre Natura, di Max More

Madre Natura, veramente, ti siamo riconoscenti per ciò che ci hai fatto diventare. Indubbiamente hai fatto il meglio che potevi. Tuttavia, con tutto il dovuto rispetto,  dobbiamo dire che sotto diversi aspetti avresti potuto fare di meglio con il nostro organismo. Ci hai creati vulnerabili alle malattie e alle ferite. Ci obblighi ad invecchiare e a morire - proprio quando cominciamo a divenire saggi. Sei stata un po' avara nel darci consapevolezza dei nostri processi somatici, cognitivi ed emotivi. Sei stata poco generosa con noi, donando sensi più raffinati ad altri animali. Possiamo funzionare solo in certe specifiche condizioni ambientali. Ci hai dato una memoria limitata e scarso controllo sui nostri istinti tribali e xenofobi. E ti sei dimenticata di darci il nostro libretto d'istruzioni!

L'ordine spontaneo nelle nuove rivoluzioni scientifiche, di Guglielmo Piombini

In una intervista rilasciata all'inizio degli anni `90, Friedrich von Hayek, il grande economista vincitore del Premio Nobel nel 1974, esprimendo soddisfazione per la grande rinascita delle idee liberali cui aveva avuto la fortuna di assistere negli ultimi anni della sua vita, affermò che "il liberalismo è l'unica filosofia politica veramente moderna, l'unica compatibile con le scienze esatte. Converge con le più recenti teorie fisiche, chimiche e biologiche, in particolare con la scienza del caos formalizzata da Ilya Prigogine. Sia nell'economia di mercato sia nella Natura, l'ordine nasce dal caos: l'assestamento spontaneo di milioni di decisioni e di dati porta non al disordine, bensì ad un ordine superiore". Chi andasse a leggere qualche saggio recente di divulgazione scientifica troverebbe numerosissime conferme del giudizio espresso dal grande economista austriaco, e rimarrebbe impressionato dall'incredibile penetrazione in tutti i rami delle scienze naturali dell'idea, tipicamente liberale ed hayekiana, della superiorità dell'ordine spontaneo sull'ordine decretato.

Il corpo come paesaggio, di Roberto Marchesini

Il nostro corpo si sta trasformando in un paesaggio, sempre di più proviamo la sensazione ambigua quanto ricca di fascino di diventare esploratori della nostra galassia somatica e, come gli Argonauti, di perderci nelle maglie di un continente ancora tutto da scoprire. Grazie alle nuove sofisticatissime tecniche di indagine, in grado non solo di rivelarci i recessi più reconditi e microscopici, ma altresì di offrirci immagini tridimensionali delle attività fisiologiche, delle fasi metaboliche, delle distese istologiche, cominciamo ad abituarci a nuovi orizzonti organici da attraversare come navigatori del XVI secolo.

Coscienza soggettiva, quasi un FAQ sulla coscienza soggettiva

L'anno è il 2030… La tecnologia necessaria a creare una copia perfetta di un cervello umano è disponibile (che si tratti di una copia identica a livello atomico, creata con mezzi nanotecnologici o di un modello su computer, basato su scannerizzazione del cervello originale, poco importa ai fini di questa discussione…) La domanda è: se il cervello in questione fosse il tuo, la copia saresti sempre tu?

Simulazione, Coscienza, Esistenza, di Hans Moravec

Nel corso degli ultimi secoli, la scienza fisica ha risposto soddisfacentemente a così tante domande sulla natura delle cose, ed ha aumentato le nostre abilita` così enormemente, da venire vista da molti come unica legittima contendente al titolo di vera conoscenza. Altri sistemi ideologici potranno avere utilita` sociale per i gruppi che li adottano, ma sono alla fine solo storie inventate. Io sono parziale a tale fondamentalismo fisico. I fondamentalisti fisici, pero`, devono concordare con Rene` Descartes che il mondo che percepiamo attraverso i sensi potrebbe essere un'elaborata messinscena.

Postumanesimo: la tecnologia come volano di ibridazione con l'alterità animale, di Roberto Marchesini

È sempre più evidente che le rivoluzioni  informatica e biotecnologica del XX secolo hanno introdotto elementi di riflessione che necessariamente dovranno essere affrontati all'interno di una rinnovata cornice filosofica - la si voglia chiamare neoumanistica o postumanistica, ovviamente a seconda del livello di eccentricità assegnato all'uomo - perché di fatto i principi basilari su cui si fondava la vecchia distinzione tra umano e non-umano sono decaduti. Ma questo non significa che sia sufficiente mescolare un'irrazionale fede nella tecnologia alle più viete proposizioni antropocentriche - proiettando nella tecnosfera l'ultima delle grandi utopie illuministiche - per entrare in una nuova stagione di pensiero.

I livelli di "future-shock", di Eliezer S. Yudkowsky

Un livello di future-shock [lo choc culturale provato di fronte a potenziali futuri sviluppi - NdT] è l'unità base di misura di quanto qualcuno possa prendere in considerazione uno scenario di tecnologia avanzata, senza esserne turbato o spaventato, ma anche senza essere travolto da un'ondata di cieco entusiasmo. Il Future-Shock Livello 0 (FSL0), per esempio, è rappresentato dalla tecnologia moderna e dal mondo di oggi. FSL1 è il livello in cui troviamo realtà virtuale e un'economia basata sull'e-commerce. FSL2 è viaggi interstellari, ingegneria genetica, immortalità fisica. FSL3  è nanotecnologia e/o intelligenza artificiale dalle capacità intellettuali paragonabili a quelle umane. FSL4 è la Singolarità.


L’accelerazione tecnologica delle prossime decadi, ci porterà ad un momento in cui tale accelerazione crescerà in maniera esponenziale: la “singolarità." Sarà un muro al di là del quale non è possibile vedere? Una barriera tanto impenetrabile quanto l'orizzonte di evento di un buco nero, una singolarità controllata da Intelligenze Artificiali superintelligenti? O si tratterà di una fase più lenta che ci porterà in un'era post-umana in cui non avremo età e saremo dotati di superintelligenza? E’ possibile che questo meme sia dirottato da  “singolaritari passivi" ossessionati da una futura estasi pseudo-religiosa?

Il progetto "Principia Cybernetica" - nota introduttiva, di Giuseppe Vatinno

Il “Principia Cybernetica Project” (PCP) è un tentativo, supportato da tecnologie informatiche, di sviluppare una completa filosofia cibernetica ed evoluzionistica (cioè basata sulla teoria dell’evoluzione darwiniana). La “filosofia” di base del PCP è -per molti versi- simile a quella di transumanisti ed estropici. Infatti, alla base di tutto -per il PCP- esiste l’evoluzione naturale di tipo neodarwiniano (uno dei testi base è il famoso: “Il gene egoista” di Richard Dawkins). Attraverso il processo di selezione emergono strutture stabili con sempre maggiore “fitness” (o adattamento) all’ambiente. La tendenza dell’evoluzione è -come per i transumanisti- verso una “singolarità” tecnologica che porterà alla nascita di una nuova metastruttura basata su un “supercervello “ (“Global Brain”) tramite una transizione di metasistema. L’evoluzione è guidata dal concetto di “auto-organizzazione” verso forme sempre più complesse.


Perchè spingerci oltre noi stessi e la nostra umanità? Perchè tentare di divenire postumani? Perchè non accettare i nostri limiti di esseri umani e rinunciare alla  trascendenza? La risposta è insita nelle domande stesse. Esse appaiono timide, lamentose o troppo soddisfatte di sé. L'Illuminismo e la prospettiva umanista ci dicono che il progresso è possibile, che la vita è una grande avventura e che la ragione, la scienza e la benevolenza possono liberarci dai confini del passato. Certo, possiamo realizzare molto restando esseri umani. Però, potremo raggiungere le vette più alte solo applicando la nostra intelligenza, determinazione ed ottimismo all'emergere dalla crisalide che è l'essere umano. L'evoluzione, malgrado i nostri sforzi, ha incanalato  il nostro comportamento in specifiche direzioni sviluppatesi all'interno della nostra neurologia. Il  nostro corpo e il nostro cervello limitano le nostre capacità. La nostra creatività è limitata dai confini dell'intelligenza, dell'immaginazione e della capacità di concentrazione dell'essere umano.  

Pierre Teilhard de Chardin - Ovvero l'avvento dell'Homo Noeticus, di Giuseppe Vatinno

Un'introduzione a Teilhard de Chardin, proto-transumanista e cattolico. Nel panorama intellettuale della Chiesa Cattolica il caso di De Chardin è senza dubbio particolare: fu infatti il primo uomo di Chiesa che tentò di conciliare le evidenze -diremo sperimentali- della teoria dell'evoluzione naturale proposta da Charles Darwin con i rigidi assiomi della dottrina Cattolica in tema di creazionismo e creazione. Cosicché la sua è stata principalmente un'attività tesa a rendere plausibile la teoria darwiniana nell'ambito teologico; infatti, la sua è una "visione avente per base il mondo della materia e per vertice Dio".
Quello che il gesuita vede nell'evoluzione naturale è sintetizzabile in due elementi: 1) La crescita verso una sempre maggiore "complessità." 2) La presenza di un "valore limite", di una "soglia" oltre la quale cominciano a manifestarsi degli epifenomeni come quello della vita, della coscienza e quindi del pensiero.

In difesa della dignità postumana, di Nick Bostrom

I transumanisti promuovono il punto di vista secondo il quale le tecnologie per l'incremento delle capacità umane dovrebbero essere rese liberamente disponibili e che l'individuo dovrebbero avere la possibilità di scegliere quali di queste tecnologie  applicare a se stesso (libertà morfologica) e che i genitori dovrebbero normalmente poter decidere quali tecnologie riproduttive utilizzare nella procreazione (libertà riproduttiva). [...] In netta opposizione a questo approccio transumanista, troviamo un fronte  bioconservatore che si pronuncia contro l'uso della tecnologia per la modificazione della natura umana. Bioconservatori prominenti includono Leon Kass, Francis Fukuyama, George Annas, Wesley Smith, Jeremy Rifkin e Bill McKibben. Una delle preoccupazioni principali dei bioconservatori è che le tecnologie che permetterebbero il miglioramento dell'essere umano potrebbero essere ”deumanizzanti”. La preoccupazione, espressa in diverse forme, è che queste tecnologie potrebbero minacciare la dignità umana o inavvertitamente corrompere un qualche aspetto di fondamentale importanza per l'essere umano, un qualcosa che è però difficile esprimere a parole o includere in un'analisi dei pro e contro.

Il "comunismo magico" e i "cosmisti" sovietici, di Giuseppe Vatinno

Abbagliati dall'ideologia totalitaria imperante nella Russia del loro momento storico, in preda ad un quasi delirio di onnipotenza ed infine dimenticati, persi fra le pagine violente della storiografia del ventesimo secolo, i cosmisti russi dimostrarono però una forte sensibilità immortalista e possono essere oggi riconosciuti come atipici antesignani del transumanesimo.

Transumanesimo, di Julian Huxley

La conseguenza di un miliardo di anni di evoluzione è che l'universo sta diventando cosciente di sé, in grado cioè di comprendere qualcosa del proprio passato e del proprio possibile futuro. Questa autoconsapevolezza cosmica si sta realizzando in un frammento molto piccolo dell'universo: alcuni di noi esseri umani. Forse è stato realizzato anche altrove, con l'evoluzione di creature coscienti sui pianeti di altre stelle, ma su questo nostro pianeta non mai è accaduto prima. [...] È come se l'uomo improvvisamente fosse stato nominato direttore dell'azienda più importante al mondo, chiamiamola l'azienda dell'evoluzione, senza averlo chiesto, senza avvertimento e senza una preparazione adeguata. Come non bastasse, non può rifiutare l'incarico. Che lo desideri o meno, che si renda conto di cosa stia facendo o meno, è lui che in pratica determina l'orientamento futuro dell'evoluzione su questo pianeta. Questo è il suo destino inevitabile e prima se ne renderà conto e comincerà a credere in esso, meglio sarà per tutti.

Nostro Signore del Bit. Il "Punto Alfa" - Appunti per un modello di "dio cibernetico" di Giuseppe Vatinno

Noi qui vogliamo incominciare a delineare un'ipotesi di "dio" visto come fine ultimo dell'evoluzione tecnologica in un processo di "coscientizzazione" progressiva dell'intero universo nella cornice della grande battaglia tra le forze estropiche e quelle entropiche, e cioè tra le forze legate all'"ordine" e quelle legate al "disordine." [...] L'esito finale del processo evolutivo sarebbe quindi un "essere" completamente cosciente e controllante ogni più piccolo dettaglio, ogni più piccolo atomo fisico e bit di informazione. Tramite il controllo dello spazio-tempo avrebbe anche la possibilità di interagire con il passato ed il futuro. Avrebbe infine domato le forze entropiche e vivrebbe in una infinita autocoscienza. Utilizzerebbe la perfetta e completa conoscenza di tutte le forze della natura rappresentando, di fatto, un'unità autocosciente in sommo grado.

Entropia ed estropia nell'universo, di Giuseppe Vatinno

La seconda legge della termodinamica è -per certi versi- una sorta di verdetto di condanna a morte per il nostro universo. Infatti, essa sancisce che nei processi energetici dell'universo si osserva un'inevitabile degradazione in calore. In pratica si può dire che per le trasformazioni energetiche di un sistema chiuso l'entropia può solo aumentare. Un sistema termodinamico tenderà allo stato di equilibrio, cioè quello di massima entropia.

La scienza come modello etico, di Riccardo Campa

Il dibattito accesosi intorno alle più recenti scoperte scientifiche e tecnologiche - in particolare la tecnica della clonazione, la creazione di organismi geneticamente modificati, la fecondazione artificiale, i computer biologici - ha riaperto l'annoso e mai sopito dibattito sugli aspetti morali e sociali della scienza. [...] Il dibattito ha dimensioni planetarie e non poteva non toccare l'Italia [...] Nel nostro paese, la discussione si è fatta subito molto intricata, per non dire confusa. La ragione è che i tradizionali movimenti intellettuali, politici, e religiosi si sono divisi sul problema. Si è vista in campo una critica alla scienza e alla tecnologia proveniente dal mondo cattolico, ma anche una difesa di esse proveniente da prelati, nonché da intellettuali, scienziati e politici di fede cristiana. Anche il mondo laico è risultato diviso, con intellettuali e politici di orientamento progressista e modernista corsi in soccorso della scienza ed altri di orientamento luddista, postmoderno o ecologista su posizioni più o meno apertamente antiscientifiche. I partiti pro e contro la scienza sono trasversali e attraversano tutto l'arco parlamentare.

Entropia ed estropia. Là dove si nasconde il segreto dell'universo - E Dio disse:"Sia la macchina. E la macchina fu", di Giuseppe Vatinno

La seconda legge [della termodinamica], per quanto ne sappiamo, ha valenza universale e domina tutto il comportamento della materia, ma proprio l'evoluzione termodinamica permette alla materia di strutturarsi in forme altamente organizzate (e quindi altamente ordinate) come appunto quelle che danno origine alla vita cosciente. Introducendo una variabile fisica che chiamiamo "estropia" (Estropia = -Entropia) che è l'esatto contrario dell'entropia prima definita, possiamo caratterizzare il fenomeno delle strutture organizzate, come la "vittoria" (purtroppo temporanea) dell'estropia sull'entropia. Ecco dunque che tutta l'evoluzione darwiniana può quindi essere vista come una "lotta" tra l'estropia organizzante e l'entropia disorganizzante. La fine di una struttura biologica è dovuta, in ultima analisi, proprio alla irrefrenabile tendenza del sistema a porsi in equilibrio termico con l'ambiente circostante. La vita è solo frutto del continuo apporto di "entropia negativa" e cioè estropia, tramite l'immissione e l'utilizzo di energia esterna.

Lettera da Utopia, di Nick Bostrom

Se potessi tornare indietro nel tempo, che consigli daresti al tuo io-bambino? Su questa falsariga, il filosofo transumanista Nick Bostrom si mette nei panni di un nostro discendente postumano che invia una lettera aperta all'Umanità di oggi. A tratti poetico, a tratti pragmatico, Bostrom descrive un futuro ricco di possibilità e indica il percorso di autotrasformazione che dovremo seguire. "Caro essere umano, spero che questa mia lettera ti trovi in pace e prosperità!  Spero mi perdonerai per questa missiva inaspettata. Anche se non ci siamo mai incontrati, per ora, non siamo certo due sconosciuti. In un certo senso siamo apparentati. Strettamente apparentati… Io sono uno dei tuoi possibili futuri. Se tutto va bene, un giorno, tu diventerai me. Se ciò accadrà, non sarò più soltanto un tuo possibile futuro, ma il tuo futuro reale. In quel caso, sono una tua prossima fase."

Benvenuti nel mondo del cambiamento esponenziale, di Nick Bostrom

Un articolo dal rapporto "Better Humans? The politics of human enhancement and life extension" pubblicato dal think-tank britannico Demos e dedicato alle tecnologie per il potenziamento umano e alle loro conseguenze sociopolitiche. Cosa può fare la classe politica alla luce di tali possibilità? Una priorità deve essere l'abbandono della premessa che la natura e la condizione umana rimarranno fondamentalmente immutati nel corso del secolo corrente. Sarà poi necessario dotarsi di tecniche di pianificazione e di scenarizzazione a lungo termine più accurate. Tali tecniche già sono impiegate nel prendere in considerazione alcune decisioni politiche, come per esempio l'importanza di ridurre il riscaldamento globale. Tuttavia, una volta presi in considerazione gli scenari qui illustrati, ci rendiamo conto che i rischi del  riscaldamento globale sono poca cosa rispetto ai rischi creati dal progresso tecnologico nelle prossime decadi. Forse dovremmo investire una frazione dei fondi e degli sforzi oggi dedicati al problema del cambiamento climatico per affrontare questi rischi.

Transumanesimo, di Riccardo Campa

Il termine "transumanesimo" indica una dottrina filosofica appartenente alla famiglia delle ideologie progressiste. Gli intellettuali transumanisti elaborano, studiano o promuovono le tecnologie finalizzate al superamento dei limiti umani. Analizzano i trend, le dimensioni psicologiche, le implicazioni etiche e l'impatto sociale di tali tecnologie, ponendo in luce soprattutto gli aspetti positivi dello sviluppo scientifico, ma senza sottovalutarne i potenziali pericoli. Con lo stesso termine si indica il movimento intellettuale e culturale che, facendo riferimento a tale filosofia, ritiene possibile e desiderabile l'alterazione in senso migliorativo della condizione umana. Per "miglioramento" si intende la limitazione e, possibilmente, l'eliminazione di processi naturali come l'invecchiamento, la malattia e la morte, nonché l'aumento delle capacità intellettuali, fisiche e psicologiche dell'uomo.


Un nutrito gruppo di filosofi e scienziati, molti dei quali piuttosto autorevoli, ritiene che il naturale sbocco della ricerca nel campo dell’ingegneria genetica, della robotica, della nanotecnologia, e dell’intelligenza artificiale sia il superamento dell’umanità, ovvero la nascita di una specie postumana. Se questa visione futurologica abbia un fondamento o meno lo potrà decidere, come al solito, soltanto la storia. L’idea del miglioramento dell’uomo attraverso la scienza e la tecnica è portata avanti da un movimento intellettuale e culturale che si autodefinisce: “transumanesimo” [...] se il senso del nostro essere è comprendere e spiegare il mondo, non abbiamo che una strada da percorrere: il potenziamento biofisico. Finora, due etiche della scienza si sono confrontate sul palcoscenico della storia, quella degli utilitaristi e quella dei razionalisti. Per gli utilitaristi la scienza ha senso soltanto se è utile all’uomo. Questa visione è ben rappresentata dal detto baconiano «sapere è potere». I razionalisti ritengono invece che la scienza sia un bene in sé. Questa visione, che trova testimonianze già al tempo dei Presocratici, può essere sintetizzata nella formula: «sapere è dovere». Ora siamo giunti ad una visione nuova che sintetizza gli insegnamenti dell’utilitarismo e del razionalismo ad un livello più alto. Con il transumanesimo, l’uomo giunge alla consapevolezza che: «potere è sapere».

L'ordine spontaneo come motore del transumanesimo

Per ordine spontaneo si intende un ordine i cui elementi si auto-organizzano in maniera evoluzionistica con risultati spesso enormemente superiori a quelli di ordini "guidati". Gli esempi di ordine spontaneo sono sia intorno a noi che dentro a noi: la complessità del linguaggio e dei mercati globali sono emersi tramite processi evolutivi, così come la complessità della natura e dell'organismo umano. Il concetto hayekiano di Ordine Spontaneo ha fatto parte delle prime versioni dei principi estropici fino al 1998, quando l'Extropy Institute lo ha sostituito con il concetto popperiano di Società Aperta, nella versione.3 dei principi, secondo alcuni in un tentativo di aprire il movimento transumanista ad un pubblico più ampio di quello di tendenza libertarian che era stato fra i primi ad adottare il transumanesimo moderno, soprattutto negli USA. Oggi che il transumanesimo ha molte e diverse anime, il transumanesimo basato sull'ordine spontaneo propone di incanalare le forze del libero mercato, del capitalismo e della globalizzazione verso il progetto transumanista teso al superamento della condizione umana.

Transumanisti e rare inclinazioni, di Eliezer Yudkowsky

Ho sostenuto, recentemente, che le radici del transumanesimo affondano nell'amore della vita. Tutto qui. Un bioconservatore umanista può sostenere che sia giusto salvare la vita di una persona, o curarne le malattie, se questa persona è giovane, ma quando questa persona diventa "troppo vecchia" (quando questo sia, esattamente, è raramente specificato) dovremmo  abbandonare i nostri sforzi tesi a mantenere tale persona in vita e in buona salute. Un transumanista, invece, dice senza riserve: "La vita è un bene, la morte è un male. La salute è un bene, la morte è un male". Che tu abbia  5, 50, o 500 anni la vita è un bene. Perchè morire, quindi? Tutto qui. Come mai, allora, questa persistente e diffusa convinzione che il transumanesimo implichi una qualche forma di feticismo tecnologico, un timore insolitamente forte della morte, o qualche altra strana inclinazione personale?

Il punto di vista conservatore sull'immortalità, di Charles N.W. Keckler

"Immortalità" è una parola grossa. Eppure, le aspettative di vita nei paesi sviluppati, ma non solo, continuano ad allungarsi e il continuo progresso biomedico ha spinto molti intellettuali a confrontarsi con le questioni bioetiche aperte dalla possibilità di un'immortalità fisica biotecnologica, o quantomeno di prospettive di vita radicalmente più lunghe. Fra questi si sono distinti due alfieri del conservatismo americano come Fukuyama e Kass, entrambi schieratisi apertamente contro gli interventi mirati all'allungamento della vita umana oltre i suoi limiti "naturali". In questo suo intervento, Charles N.W. Keckler analizza tali critiche ed illustra come una presa di posizione a favore dell'allungamento della vita non sia in contraddizione con i principi del conservatismo. "Una della linee di demarcazione più importanti per un essere umano è la differenza fra la vita e la morte, ed essa è da tempo entrata nella politica americana. Nel dibattito sull'aborto (e dintorni), le posizioni delle varie parti sono chiare, con la maggior parte dei conservatori schierati dalla parte della vita, una posizione, questa, intesa come non-interferenza con lo sviluppo umano all'inizio della vita. Così anche nelle polemiche sull'eutanasia: per i conservatori è preferibile non interferire con la vita, lasciando che segua il suo corso, senza una burocrazia medica che si intrometta per decidere se la morte sia l'obiettivo migliore dal punto di vista sociale. Ma quando si parla di allungamento della vita, molti conservatori, senza per questo abbandonare le loro credenziali pro-vita, sembrano essere "pro-morte" nel senso che si oppongono, o che come minimo considerano poco saggio o prudente, ogni tentativo serio di rallentare, fermare o invertire il processo dell'invecchiamento. In un recente articolo di Ross Douthat, per esempio, l'opposizione al sogno dell'immortalità (identificato come salvazione scientifica e non-religiosa) è stato descritto come la caratteristica fondamentale del pensiero conservatore rispetto a quello progressista."

Dinosauri, Dodi, Umani? Di Nick Bostrom

Qualcosa come il 99,9% di tutte le specie mai vissute sono ora estinte. Faremo anche noi la fine dei dinosauri e dei dodi? Come potrebbe succedere? E che cosa possiamo fare per evitare questa fine? Un rischio esistenziale è definito come una minaccia che annienti la vita intelligente originaria della Terra o permanentemente e drasticamente ne limiti le potenzialità. Dal momento che siamo ancora qui, sappiamo che nessun disastro esistenziale è mai accaduto. Ma mancando l'esperienza con tali calamità, è anche probabile che non abbiamo evoluto i meccanismi, biologici o culturali, necessari a gestire tali rischi. La specie umana ha una lunga esperienza con i rischi: animali pericolosi, tribù e individui ostili, cibi velenosi, incidenti automobilistici, Chernobyl, Bhopal, eruzioni vulcaniche, terremoti, la siccità, le guerre, le epidemie di influenza, il vaiolo, la peste nera, l'AIDS. Questi tipi di disastri si sono verificati più volte nel corso della storia. Il nostro atteggiamento nei confronti del rischio è stato plasmato da tentativi ed errori nel cercare di far fronte a tali rischi. Ma, per quanto tragici siano tali eventi per le persone direttamente coinvolte, essi non hanno determinato il destino a lungo termine della nostra specie. Anche le peggiori di quelle catastrofi erano semplici increspature sulla superficie del grande mare della vita. I rischi esistenziali sono un fenomeno relativamente nuovo. Con l'eccezione di una distruzione della specie da parte di impatto di una cometa o di un asteroide (un caso estremamente raro), probabilmente non ci sono stati significativi rischi esistenziali nella storia dell'umanità sino alla metà del ventesimo secolo, e certamente nessuno che era in nostro potere fare qualcosa in merito.

La "nuova era" della rete, di Giuseppe Vatinno

Internet, di fatto, ha cambiato il volto della società al pari dell’invenzione della stampa; la Rete ha infatti permesso a miliardi di persone in qualsiasi angolo del mondo di condividere dapprima i propri dati e poi, oggi, anche le loro esperienze tramite i blog e YouTube e le loro conoscenze tramite Wikipedia, la prima enciclopedia on line mondiale. Internet, sembra essere il prototipo, anche abbastanza avanzato, di una sorta di “superorganismo” cibernetico che potrebbe anche essere interpretato come un nuovo livello evolutivo della civiltà umana. [...] L’idea che la tecnologia possa dare luogo ad una Cyber struttura capace di intelligenza artificiale complessa e raffinata e quindi, in un tempo lontano ma determinato, di coscienza, è stata già presentata e gode di buona letteratura e saggistica. Il futurologo americano Ray Kurzweil ne ha addirittura tratteggiato l’avvento nella sua nozione di “singolarità tecnologica” che, entro qualche decina d’anni, potrebbe portare ad una evoluzione rapidissima e sostanzialmente esponenziale delle capacità mondiali di calcolo distribuito ponendo la base, appunto, della formazione di questo super agglomerato tecnologico con ambizioni coscienziali. [...] Ora, allo scadere del primo decennio del XXI secolo, l’umanità guarda incuriosita (ed a volte un po’ preoccupata) all’affacciarsi cosmico di questa nuova possibilità evolutiva rappresentata da una evoluzione tecnologica capace, nel futuro, di integrare chip al silicio e neuroni al carbonio in un nuovo ed esplosivo cocktail. La nuova fase di Internet e del Web sembra proprio corroborare queste indicazioni.

Dove sono Loro? Perché mi auguro che la ricerca di vita extraterrestre nel cosmo possa non trovare nulla, di Nick Bostrom

Il grande fisico italiano Enrico Fermi durante un congresso nel 1950 al Los Alamos National Laboratory pose la domanda "Dove sono Loro?" ai suoi colleghi scienziati. La domanda si riferiva al fatto che gli sembrava strano che non ricevessimo alcuna trasmissione extraterrestre dallo spazio. Se è vero che li fuori ci sono milioni di pianeti simili al nostro e se almeno una piccola percentuale di essi ha sviluppato vita intelligente perché non riceviamo nessuna trasmissione radio? La gente fu molto eccitata nel 2004, quando il Rover Opportunity della NASA scoprì una prova che su Marte un tempo poteva esservi stata acqua. Qualora si trovi dell’acqua, significa che vi può essere stata vita [...] Tale scoperta sarebbe di enorme importanza scientifica. Che cosa potrebbe essere più affascinante di scoprire la vita che era evoluta in piena indipendenza dalla vita qui sulla Terra? Molte persone trovano anche incoraggiante sapere che non siamo soli in tutto questo vasto, freddo cosmo. Ma io spero che le nostre sonde su Marte non possano mai scoprire nulla! Sarebbe una buona notizia se si trovasse che Marte fosse completamente sterile: rocce e sabbie senza vita: Questo solleverebbe il mio spirito. Viceversa, se verranno scoperte tracce di alcune semplici, estinte forma di vita (alcuni batteri, alcune alghe) sarebbe una cattiva notizia. Se verranno scoperti fossili di qualcosa di più avanzato, forse qualcosa che sembrano i resti di un trilobite o addirittura lo scheletro di un piccolo mammifero, allora la notizia sarebbe da ritenere pessima! Più complessa è la forma di vita che troviamo, più deprimente la notizia sarebbe. Essa sarebbe certamente interessante da un punto di vista scientifico ma allo stesso tempo risulterebbe un cattivo presagio per il futuro del genere umano.

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Più che umani. La bioetica filosofica e le tecnologie del potenziamento psicofisico, di Vincenzo Russo

Sezione Prima: Panoramiche

-   Introduzione
1.1 La convergenza tecnologica e le possibilità di migliorare la condizione umana
1.2 La scelta del problema etico: il biopotenziamento personale
1.2.1 Esclusione dell'eugenetica
  
-   Capitolo 2. Nano-Bio-Info-Cogno: Tecnologie Convergenti per il Potenziamento Umano
2.1 La convergenza
2.2 Tecnologie per migliorare le prestazioni psicofisiche
2.2.1 Il potenziamento di capacità prevalentemente somatiche
2.2.2 Il potenziamento di capacità prevalentemente psichiche
2.2.3 L'interfaccia cervello/macchina: le neuroprotesi
2.3 Tecnologie per il prolungamento della vita
2.3.1 Come affrontare il problema
2.3.2 I sette volti dell'invecchiamento
2.3.3 La nanomedicina
2.4 Tecnologie per il miglioramento dell'umore e del benessere psichico
2.5 Il corpo umano, Versione 2.0

-   Capitolo 3. Coordinate morali
3.1 Il punto di contatto
3.2 Il desiderio di migliorarsi…
3.3 … e la morale di una società democratica
3.4 Etica pubblica ed etica privata
3.5 Obiezioni di principio e obiezioni di prudenza
3.6 Bioetica e biopotenziamento

-   Capitolo 4. Introduzione al transumanismo
4.1 La Dichiarazione Transumanista
4.2 I due momenti del transumanismo
4.3 Storia del pensiero transumanista? Logica della transizione e logica della stasi.
4.4 Centro e direzione dell'espansione transumanista

Sezione Seconda: Due argomenti preliminari

-   Capitolo 5: Oltre la terapia
5.1 La distinzione terapia/miglioramento e i suoi problemi
5.2 La concezione medica classica
5.3 Un modello di normalità
5.4 La concezione "liberale"
5.5 Conclusione

-   Capitolo 6. Sul valore morale dei mezzi
6.1 Gli argomenti "dal precedente"
6.2 In che senso il mezzo utilizzato può influire sul giudizio morale di un'azione?
6.2.1 Strumenti diversi possono avere effetti collaterali diversi
6.2.2 L'importanza del metodo
6.3 Perché proprio i biopotenziamenti dovrebbero essere dei mezzi sbagliati?
6.3.1 I biopotenziamenti trasformano l'agente.
6.3.2 Pregiudizio del conservatore: i metodi naturali sono buoni, quelli artificiali sono cattivi.
6.3.3 Dalla non intelligibilità all'alienazione: l'argomento del PCB
6.3.4 L'argomento dello sforzo
6.3.5 I mezzi incarnano dei valori: il meccanicismo lede il concetto di sé, quindi anche quello di responsabilità morale.
6.3.6 Mezzi diversi agiscono su oggetti diversi e con il biopotenziamento il soggetto diventa oggetto: la paura del controllo.
6.4 Conclusioni

Sezione Terza: Obiezioni di Principio

- Capitolo 7. Organismi tecnologicamente potenziati: sana aspirazione al miglioramento o nociva velleità perfezionista?
7.1 L'aspirazione all'eccellenza
7.2 La perversione dell'aspirazione all'eccellenza
7.3 Cos'è che rende umana un'attività? Intenzionalità ed Eros
7.4 "Prestazione superiore" si dice in molti modi
7.5 Critica dell'uomo perfetto

- Capitolo 8: Contro l'eterna giovinezza
8.1 Chi vuol vivere per sempre?
8.2 Il ciclo significante della vita e l'argomento del nichilismo
8.3 Perché l'argomento del nichilismo è inefficace
8.4 Solo per eutanasia

- Capitolo 9. Benessere e autenticità: alcuni dubbi sul biopotenziamento del nostro stato d'animo.
9.1 Il dedalo della psicofarmacologia cosmetica.
9.2 Il tecnoedonismo e l'importanza di ricordare in modo appropriato e veritiero.
9.3 La felicità fittizia
9.4 La memoria collettiva e il dovere di ricordare le ingiustizie.
9.5 Il ruolo della memoria nella responsabilità morale.
9.6 Come districarsi?

- Capitolo 10. Hybris: dal rispetto per "ciò che ci è stato dato" alla dignità postumana
10.1 La teoria dell'inviolabilità della natura
10.2 Il rispetto assoluto
10.3 Dal rispetto per la natura alla dignità umana
10.4 L'idea più pericolosa del mondo secondo F. Fukuyama
10.5 Euristica della paura o pendio scivoloso?
10.6 I padri fondatori avevano ragione? Uguaglianza, dignità umana e liberaldemocrazia.
10.7 Come aggirare la fallacia naturalistica
10.8 Valori naturali e valori morali
10.9 Il doppio gioco del Fattore X
10.10 Dalla dignità umana alla dignità postumana

Sezione Quarta: Obiezioni di Prudenza

-Capitolo 11: Effetti collaterali indesiderati: il biopotenziamento e i rischi per la salute.
11.1 Un problema di sicurezza
11.2 Il principio di precauzione della salute personale
11.3 Questo biopotenziamento nuoce gravemente alla salute

-Capitolo 12: Biosorveglianza, coercizione morbida e libertà morfologica
12.1 Sul filo del rasoio
12.2 Condizionamento e privacy
12.3 Il riduzionismo e la medicalizzazione dell'autocomprensione
12.4 Dalla medicalizzazione al conformismo
12.5 Il dilemma autenticità/complicità e la libertà morfologica

-Capitolo 13: Profezie di sventura, status quo e prove d'inversione
13.1 Pendii Scivolosi Assortiti
13.2 Basta così?
13.3 La Prova dell'Inversione di Bostrom e Ord
13.4 Finale per bioconservatori

-Conclusioni
14.1 Conosci te stesso
14.2 Che cosa resta della MCT?
14.3 Il duplice valore del biopotenziamento

  
Gli articoli futurizzanti di Carlo A. Pelanda

Per i frettolosi la biorivoluzione è post-umana, ma per i neoilluministi è umanissima

Il grande pubblico e molti intellettuali non riescono ad immaginare un futuro dove le basi naturali saranno state mutate. Così viene chiamato “post” umano e diventa automaticamente “anti”, per esempio nelle pagine di Francis Fukuyama. Più buffi sono i tanti che si interrogano su cosa farà un uomo a 150 anni. La posizione futurizzante è: intanto portiamolo lì e poi sceglierà lui. In realtà l’allungamento della vita e l’abolizione delle malattie non sono discontinuità storiche, anzi. Si troveranno in perfetta continuità con l’evoluzione orientata dal desiderio di progresso inteso come liberazione da ecovincoli degradanti  (preda, mali e morte). E’ da diecimila anni che ci stiamo postumanizzando, cioè cambiando la natura ed i corpi, ma non lo spirito detto.


Il suo modo di astrazione [della filosofia attiva - NdR] può riprendere il ruolo di avanguardia non in competizione con la scienza, ma esplorando i terreni dove il  metodo più vincolato non arriva. Quali? Questa rubrica suggerisce: modelli di sintesi dove la filosofia possa diventare una teoria dei sistemi che integri i diversi linguaggi disciplinari; ecologia dell’artificiale dove non si scopre più la realtà, ma la si crea, ecc.. In particolare: dare una direzione all’ambizione antropica oltre la morte ed il pianeta. E’ ora di esodestini, di filosofia attiva. Se così, bentornata.

Futurizzazione

La storia in atto ci fa intravedere la possibile nascita di un'era dove i limiti del passato potranno essere superati. La scarsità è sostituibile con l'abbondanza. La malattia è sempre più contrastabile da una medicina che va a più fondo nelle nostre strutture genetiche profonde. La vita potrebbe essere allungata. La tecnologia promette un dominio crescente della materia, informazione ed energia. Complessivamente, si riescono già ad intuire le possibilità concrete per una futura traiettoria di pieno riscatto dell'umanità dalle costrizioni biologiche, ecologiche, oltre che di quelle politiche, sociali, culturali ed economiche che la hanno compressa nei millenni e che ancora la soffocano. Il futuro si sta aprendo all'ambizione antropica più ardita, la salvazione terrena? Non ancora, ma certamente ci sta mostrando una strada in quella direzione, con delle stazioni intermedie in vista che appaiono miglioramenti formidabili della condizione umana in relazione al presente.

La difficile ricerca di motivi per uscire dal pianeta ha bisogno di nuovi esoimprenditori

[...] l’universo appare destinato a spegnersi tra qualche miliardo d’anni e qualcuno potrebbe dire che attendere la fine in una situazione endo o eso non farebbe una gran differenza. Invece la fa come speranza o meno di poter costruire nel domani un’isola di "entropia negativa" (vita) che resista all’entropia cosmica. Per esempio, un pezzo di universo artificiale dove ciò che allora sarà l’Uomo (esosapiens) potrà vivere nonostante la morte delle stelle.

Soli o tanti nell'Universo - L'ipotesi che la vita esista solo sulla Terra é un motivo di espansione e non un limite

[...] la vita è un fenomeno locale e sporadico entro la tendenza generale alla morte. In sintesi, la vita è solo una possibilità e non una necessità. Tuttavia, applicando questo concetto al cosmo, possiamo dedurre che certamente "possono esistere" isole di neghentropia, cioé di vita, nell'oceano entropico. Ma quante? Carl Sagan e Frank Drake hanno elaborato un modello ottimistico che le ritiene molto frequenti. E, su questa base, si assume che vi siano milioni di forme di vita e di civiltà tra i miliardi di galassie. Ma Peter Ward e Donald Brownlee hanno da poco lanciato una bomba entropica su questo ottimismo neghentropico. Nel libro "Rare Earth" sostengono - con argomentazioni molto consistenti - che la vita ha trovato sulla Terra condizioni rarissime, irreperibili nel resto del cosmo. Pertanto è probabile che questa esista solo qui.  

L’immortalità non è di questa Terra, ma fuori…

Ambizione antropica. L’immortalità ne è stato il sogno massimo per millenni. Ma le comunità umane hanno potuto trovare soluzioni solo simboliche al problema della morte perché finora non è evoluta una tecnologia tanto potente da eliminarla. Per esempio, inventando miti di continuazione dell’esistenza in forma spirituale, comunque adattandosi a questo limite attraverso la sua rimozione psicologica. La biorivoluzione sta modificando tale situazione.

Preambolo al contratto di "salvazione minore" tra teologia e tecnologia

Progetto eden. Questa rubrica, a nome di molti futurizzanti, saluta con entusiasmo la scelta della Chiesa di sostenere l’applicazione di organismi geneticamente modificati all’agricoltura. [...] In cambio dell’apertura da parte della morale cristiana alle promesse della tecnica creeremo – con la "c" minuscola - un eden. Con la "e" altrettanto minuscola perché non vorrà mai implicare la sostituzione della teologia con la tecnologia. Qui il punto: Chiesa e futurizzanti sanno che esiste un conflitto potenziale tra le due, sempre più esplosivo man mano che la seconda mostra di poter modificare le basi profonde della vita. Cosa che mette sotto tensione la prima in quanto custode di una Creazione ricevuta e quindi rigida. Ma questa rubrica ha sempre raccomandato di evitare il conflitto. Perché la rivoluzione tecnologica non potrà realizzarsi senza consenso e quindi avrà bisogno di una convergenza tra tecnica e morale.

Due significati di creazione della vita

Creazione della vita. Questa espressione è uno dei fronti potenzialmente più caldi del conflitto tra tecnica e morale ispirata da una religione. Se la prima pretende di poter “creare”, allora assume lo status di una “teologia della sostituzione”: antropos può fare le stesse cose che fa Dio o un dio. Con estensioni post-apocalittiche: lo può fare persino meglio, per esempio eliminando malattie e morte. In sintesi, la biologia che esplora nuove forme viventi è esposta ad un rischio crescente di essere percepita come un teologia in conflitto con altre. Per questo in alcuni think tank si comincia ad analizzare il problema per evitare una guerra che intaccherebbe il consenso, e quindi i finanziamenti, alla biorivoluzione.


Allungare la vita senza darle la qualità è un errore disumano da correggere con la tecnologia. La medicina sta allungando la durata della vita, ma offre poco per migliorarne la qualità [...] la tecnica potrà rendere l’anziano un giovanotto riconnettendo durata e qualità della vita. Non è qui il problema. Manca, invece, la domanda: una teoria più pressante di amore per la vita, una dottrina medica che senta la missione di produrre una salvazione (con la “s” minuscola) intera e non solo a metà. Manca un pensiero umanistico “fortissimo”, una poesia che canti l’estasi fisiologica dell’esistere, parole sognanti. Eccole.

Evitare la guerra tra tecnica e morale

I futurizzanti non hanno interesse a scatenare una guerra tra tecnica e moraleI neoilluministi sono infuriati perché gli articoli 13 e 14 della legge sulla fecondazione vietano il miglioramento genetico della condizione umana. Molti di loro invitano questa rubrica futurizzante a dichiarare guerra "aperta" ai bioproibizionisti. Calma. Tale blocco in Italia non pregiudicherà la biorivoluzione in corso sul piano globale. Non serve nemmeno un referendum abrogativo perché la realtà presto supererà la norma, per altro già aggirabile con tecnologie laterali e mobilità geografica.

Il salto cosmico di Bush è reale e non solo elettorale

I media hanno trattato l’annuncio del piano spaziale di Bush enfatizzandone i soli scopi elettorali. Che questi abbiano ispirato la “forma” della comunicazione è fuor di dubbio. Ma la “sostanza” riguarda un progetto reale. Negli ultimi due anni tre diversi insiemi di think tank statunitensi hanno sollecitato la ripresa della componente extraterrestre della “politica di potenza”. Quelli militari temono la competizione cinese. Crescerà, spinta da enormi investimenti già in atto, al punto da rendere credibile nel 2020 un problema di confronto quasi alla pari tra le due potenze per il dominio dell’orbita terrestre e quindi di limitazione della superiorità militare americana sulla superficie. Poiché passano dai 10 ai 15 anni tra l’ideazione di un sistema e la sua realizzazione, i militari premono oggi per mantenere il primato domani quando le tecnologie degli anni ’70, successivamente non rinnovate, saranno insufficienti.

Ecocibernetica - Gli insediamenti umani sono vulnerabili ai mutamenti del ciclo planetario e sarà inevitabile artificializzare l'ambiente

Il pianeta muta continuamente in base a dinamiche proprie. Nei picchi di glaciazione il livello dei mari può scendere di cento metri. In quelli caldi succede l’opposto. L’urbanizazzione della Terra è un fenomeno piuttosto recente e, per questo, basato sull'illusione che la situazione ecologica sia stabile. Poiché non lo è, appare evidente che l'antroposfera sia pericolosamente vulnerabile al ciclo naturale.

Il rischio di biodifferenziazione sociale

Neomedicina. Basata sulla genetica avrà un potenziale di salvazione superiore a quella corrente. La seconda tende a produrre rimedi senza conoscere del tutto o poter intervenire sulle biocause dei mali. La prima opererà modificando le strutture profonde dell’organismo. Questo nuovo potere cognitivo sta per irrompere nella medicina, appunto, rivoluzionandola. I punti critici dello scenario sono tanti, ma ce ne è uno politico sopra tutti gli altri: l’accesso di massa alle nuove biorisorse. Se fosse selettivo, per capacità economica, il ricco diventerebbe bello, sano e longevo mentre il povero resterebbe condannato alle rughe ed al decadimento.


Che il sole si spenga tra qualche miliardo di anni non ha mai fatto troppa impressione. Nel frattempo saremo andati su altri pianeti. Tale scenario era rassicurante perché implicava un universo dall'esistenza pressoché infinita, irrilevanti le morti termiche locali, e quindi la possibilità di un destino altrettanto senza termine. Inoltre c'era la speranza che la tendenza ineluttabile verso il disordine (gelo, entropia), definita dal Secondo principio della termodinamica, potesse essere aggirata. Non al punto da violarlo, ma in modi sufficienti per ottenere isole durature di "entropia negativa", cioè di calore e vita autopoietica pur in un mare cosmico tendente sempre al più freddo (Schroedinger).

Terraformare Marte - In alcuni think tank si fa largo l'idea di avere un pianeta di riserva

Esostrategia. [...] in qualsiasi scenario del futuro bisogna per forza includere gli esodestini, intesi come uscita della specie dagli endolimiti dell'ecologia terrestre. Ma tale "teoria esodirezionale" è forse l'oggetto culturale più difficile da comunicare a causa della discontinuità storica e psicologica che contiene. [...] l'uscita dall'ecologia terrestre implica necessariamente la costruzione di un Homo Esosapiens in grado di adattarsi a nuovi ambienti.

Cronache marziane - La Cina resta lontana, ma Marte è più vicino

La Cina ha sperimentato con successo una capsula spaziale – tipo Soyuz e non Shuttle - senza equipaggio. La prossima missione lo avrà e Pechino diventerà la terza potenza, dopo Usa e Russia, capace di gestire voli umani nello spazio extraterrestre. Il programma cinese, al momento, non impressiona gli osservatori perché adotta vecchie tecnologie ex-sovietiche. Ma i più attenti non ne sottostimano l'ambizione. E' credibile? [...] L'America, quindi, ha di nuovo una pressione per accelerare i programmi extraorbitali e questa è una buona notizia esofuturizzante.

Un cervello bis per sviluppare la mente - Giochi estivi per futurizzanti

Siamo vicini alla tecnologia di base (integrazione tra informatica, nanotecnologia e bioingegneria) per costruire nuovi sistemi pensanti, ci sono molto chiare le future applicazioni militari e di robotica, sia industriale sia gestionale, ma ci stiamo chiedendo se vi possa essere uno spazio di mercato next più ampio e remunerativo [...] tutti gli scenari convergono nell'individuare il potenziamento cognitivo e sensoriale come massima aspirazione degli individui, qualunque ne sia la cultura. Un'offerta credibile e a costi accessibili di un tale gizmo stimolerebbe una domanda a picco e globale. [...] quale esatta configurazione di impianto cerebrale ausiliario potrà essere - all'inizio - socialmente accettabile? La condizione di vittoria o sconfitta del gioco è quella di individuare una configurazione del secondo cervello che contenga i possibili sviluppi accennati, ma che non risulti troppo fantascientifico e tale da  spaventare. Chi meglio riuscirà potrà partecipare al sorteggio che selezionerà il primo gruppo di sperimentatori del prototipo di biochip, nel 2008. Si prega il sito "estropico" di organizzare, per l'Italia, la rete dei concorrenti.

Il nuovo cibo tecnologico non piace alla maggioranza, ma la minoranza che lo vuole è sufficiente per svilupparlo

Artificializzazione del cibo. E' cominciata con il primo pezzo di carne messo sulle braci o il primo impasto di acqua e frumento macinato e continua come crescente industrializzazione del ciclo alimentare. Ma nonostante l'enorme progresso tecnologico degli ultimi decenni – liofilizzati, pappette per neonati, surgelati - resta ancorata ad un processo di trasformazione di tipo primitivo: per esempio, allevamento dell'animale, macellazione, lavorazione e consumo. [...] che senso ha ricavare proteine da un manzo intero? Nessuno, se posso far crescere la bistecca già in scatola via ingegneria genetica saltando i costi di allevamento dell'animale completo. [...] Il prodotto sarebbe sanissimo, ben trasportabile e conservabile, modificabile in relazione a diete particolari. Sfamerebbe i poveri e darebbe meno calorie agli obesi. Inoltre, eviterebbe il barbaro stermino di esseri viventi quali pesci e, con in più l'imprigionamento in lager, animali da alimentazione.

New Alexandria - La ciberbiblioteca universale è il seme per una futura rivoluzione cognitiva di massa.  

New Alexandria. Potrebbe essere il nome del progetto, avviato da Google, di creare su Internet una biblioteca universale che renda accessibile tutto lo scibile umano organizzato in forma scritta [...] Cosa è lo scibile e quale il valore di un accesso più efficiente ad esso? Posizioni in conflitto. Direzionalista: lo scibile non è necessariamente contenuto nei testi, ma nella possibilità di capirne i significati. Quindi alla costruzione della biblioteca base deve corrispondere un sistema di mediatori - gli Alex, sistemi di intelligenza artificiale - che aiutino l’utente a estrarre ed organizzare il succo dei libri. In caso contrario l’accesso di massa alla lettura, oltre che fallire, non diventerebbe diffusione di “vera” conoscenza. Libertari e bibloecologisti: ognuno si faccia da solo il proprio agente interpretativo e di selezione degli interessi, la biblioteca dovrà essere solo sufficientemente ampia per sostenere una crescente varietà di interpretazioni ed usi senza predefinirli [...] Ma alla fine tutti d’accordo sul macroscenario: un qualsiasi statuto di segni simboli ed operazioni che impacchetti lo scibile comunque definito sarà certamente leva per una rivoluzione cognitiva di massa: homo biblosapiens, grazie Google.


[...] il corpo umano è "disegnato" (dall'evoluzione) per morire e per essere progressivamente più vulnerabile ai mali con l'età. Così la tecnologia medica che allunga la vita a più persone, ma senza modificare la struttura organismica, produce il paradosso di generare più costi più migliora. La soluzione "forte" è quella di ridurre la vulnerabilità di base: (a) rafforzando le capacità di autoriparazione dell'organismo attraverso l'ingegneria genetica; (b) impiantando nell'individuo, ad integrazione, un sistema di intelligenza artificiale che faccia manutenzione e riparazioni continue del corpo (cibersimbionte medico).

L'America bilancia meglio degli europei la biorivoluzione

La biorivoluzione va moralmente bilanciata, ma l'America vi riesce in modo piu' futurizzante degli europei. Dintorni di Atlanta, 1997. L'uno: non possiamo giocare a Dio. L'altro: dobbiamo, perche' Dio e' solo l'anticipazione simbolica della nostra ambizione antropica [...] La tecnologia, e non Dio, ti salva la vita: terapie geniche che potranno riparare quasi tutto, eugenetica, creazione di basi biologiche nuove, forse l'immortalita'. Ma la visione di scienze sociali rese altrettanto chiaro che sarebbe stato molto difficile attuare in tempi brevi una "sostituzione della teologia" corrente. La tecnica (elite) corre piu' della morale (massa), ma e' la seconda che fornisce il capitale alla prima: senza consenso non avrebbe finanziamenti.

Formula free, nextech. Nuovi sport a formula libera potranno accelerare la rivoluzione tecnologica di massa

Molti nuovi brevetti e prodotti tecnologici, nel mercato globale, sono pronti a passare dalla fase di ideazione a quella di sviluppo. Ma manca qualcosa che stimoli la domanda. Alcuni think tank sono al lavoro per risolvere questo problema di lentezza della rivoluzione tecnologica. Che è causato, principalmente, da gestioni industriali condizionate da fondi finanziari e/o da manager burocratizzati che vogliono massimo profitto e minimo rischio, cioè lo sfruttamento di prodotti maturi fino a che possibile senza troppe avventure [...] Quale leva, allora, può generare la domanda di novità assolute? In generale, la creazione di attività che le mostrino e poi inducano un nuovo bisogno nei consumatori. In particolare, escludendo acceleratori tecnologici quali la guerra, le emergenze, ecc., una tra le più promettenti di queste è lo sport.

Tutti dopati, ma etichettati. L'atleta naturale non esiste più ed è meglio legalizzare quello dopato ed etichettarlo

Antropologia del potenziamento. L'evoluzione umana appare spinta da una costante tendenza all'estensione del dominio attraverso tre strumenti: (a) "esoprotesi", tipo arco e auto; (b) "sociosistemi", organizzazioni cooperative per azioni infattibili da un solo individuo (caccia, guerra, edificazione); (c) "endoleve", rafforzamento delle facoltà individuali. Il primo ed il secondo sono prevalsi perché è stato più semplice ottenere il dominio per via indiretta - l'altro e l'artefatto - che non diretto. Per esempio, voglio volare, ma non riesco a modificarmi per far spuntare le ali, quindi devo inventare l'aereo e costruirlo con dei soci. Questa prevalenza dell'evoluzione per esoprotesi ha influenzato la morale. Si tende ad accettare, in quanto normali, molti mutamenti nei prodotti della mente umana, ma non negli umani. Perché mai successi nella storia.

Il progresso alleato della giusta ecologia

Ora che gli ambientalisti influenzano direttamente o indirettamente i governi dell'Occidente, ed il loro effetto conservatore comincia a farsi sentire pesantemente sui processi do sviluppo tecnologico, va aperta una campagna di chiarificazione su quale sia la "giusta ecologia". Quella dei verdi non lo è. Il movimento ambientalista occidentale è più un contenitore di tante correnti ideologiche diverse che non un paradigma unico. Ma tutta questa varietà ha alcune caratteristiche comuni: l'anticapitalismo, l'antiumanesimo, la sfiducia nel progresso tecnologico.

La scienza non è una setta

Non sarà possibile, anche volendolo, fermare la biorivoluzione.  Se in Europa ed America prevalessero le restrizioni agli scienziati, allora molti di loro emigrerebbero in nazioni meno regolate.  Ed alcune di queste farebbero certamente ponti d'oro (ci sono già esempi) per attrarre nel loro territorio la produzione di nuove biotecnologie, sia mediche sia per l'agricoltura, perché sarebbero fattore di competitività e di potenza [...] ci stiamo avvicinando al momento in cui la rivoluzione biologica richiederà nuove istituzioni che la regolino per impedire aberrazioni. Ma bisognerà evitare che queste diventino troppo restrittive. Inoltre, le regole dovranno essere disegnate considerando una morale che può evolvere e non una fissa per sempre.

Verso l'ecologia dell'artificiale. La seconda ecologia è morta, ma gestire la prima sarà più impegnativo

Gli ecosummit sono in stallo per motivi più profondi del rifiuto americano di aderire al protocollo di Kyoto. Si è esaurito l'ambientalismo inteso come limitazione dello sviluppo, la "seconda ecologia". Questa, emersa in Occidente nei primi anni '70, si basava su tre paradigmi diversi, ma tutti anticapitalistici.


Dio non è morto. E se non lo è la filosofia trova di nuovo, dopo la sconfitta da parte delle scienze e della matematica, una missione. Anzi la "missione": capire Dio. La filosofia può tornare pensiero forte ridiventando teologia e abbandonando l'angolino nichilista del presentarsi solo come pensiero critico, debole.  E si affianca alla Fisica, ambedue regine. C'è accordo nel tavolo su questo, ma un fisico lancia:  e se Dio non ci fosse? I non credenti: "lo costruiremo, generando un universo che escluda l'entropia, un universo-sistema". Credenti d'accordo " se volete costruirlo poi lo trovate". La nuova alleanza: anche se Dio non ci fosse, ma possiamo costruirlo, quando ci sarà allora il suo effetto includerà il passato e quindi assumiamo che sia già qui con noi. Als ob, come se: bentornata filosofia attiva. Sono corso a dirlo a mia madre morente all'ospedale di Cattinara. Da quel monte sopra Trieste lo offro anche a voi, lettori, come augurio per un 2006 di luce.

Cibernetica tutoriale

La nuova economia richiede una rivoluzione cognitiva ad alto costo, ma contenibile con la nuova cibernetica tutoriale. Agli inizi degli anni '90 fu individuata la soluzione per fare crescita economica senza inflazione in società a sviluppo maturo ed in tendenziale stagnazione demografica: più produttività generata da più conoscenza [...] La conoscenza di massa che servirebbe per dare impulso alla nuova economia non può essere fornita dai sistemi educativi attuali, anche migliorati, ma richiede una rivoluzione ad alto impatto sociale e sul welfare. Questo è, in sostanza, il motivo per cui i governi  si tirano indietro quando messi di fronte alle ipotesi, pur preliminari e ancora in odore di fantapolitica, dei  nuovi standard.

Democibernetica. Perché il progetto di mettere on line i libri dovrebbe chiamarsi Nuova Atene e non Nuova Alessandria

Le cronache riportano l'accelerazione di progetti per mettere su Internet i libri. Fiocca la scenaristica dedicata: come farci i soldi, gestire i diritti d'autore, determinare il valore di accesso ad un libro on line, ecc. Ma i più non si accorgono che sarebbe a rischio di fallimento il costruire solo una grande biblioteca elettronica, "orizzontale". E questa rubrica si pente di aver chiamato ambiguamente "New Alexandria" l'idea quando fu vagheggiata. Il progetto ha senso economico se punta alla generazione di una  rivoluzione cognitiva di massa, cioè se definisce in modo "verticale", e sistemico, il proprio scopo e valore.

Ecoscenaristica. Fino a che mancherà un modello olistico della Terra gli ecoscenari saranno inadeguati

Il rapporto Stern assume che la causa principale del cambiamento climatico sia dovuta alle emissioni. Poiché i danni economici saranno devastanti, allora prima si eliminano tali emissioni e più potremo minimizzarli. Tale logica ha alimentato il Trattato di Kyoto (1997) ed è dai primi anni ’90 linguaggio ufficiale dell’Onu. Ma è vecchia. Sta emergendo che il ciclo del Sole, le variazioni orbitali della Terra e le eruzioni vulcaniche sono le cause preponderanti dei cicli riscaldamento/glaciazione. Quindi è improbabile che riducendo le emissioni, pur utile farlo anche per la qualità dell’aria, si possa impedire il cambiamento climatico. Non è la priorità.  Il rapporto  WWF segnala la rapida distruzione dell’ecosistema e la conseguente crisi di sostenibilità degli umani. Ma assume che solo una  configurazione del sistema naturale sia substrato per la nostra esistenza, quella dove l’Uomo non è incluso. In realtà la natura ha la capacità di adattarsi all’antropizzazione, ne è prova quella prodotta dall’agricoltura negli ultimi 10mila anni, ed è immensamente flessibile ad essere rielaborata. L’allarme andrebbe calibrato non sul fatto che un bosco sia in crisi, ma sulla capacità o meno di creare altri boschi. Ma il WWF non la considera perché ha deificato la natura intesa come una specifica configurazione della biosfera. Un errore di teologia che vizia un’analisi per altro consistente.  

Ecocatastrofismo. L'ecocatastrofista ha torto, ma se accetta la soluzione nucleare gli si potrebbe anche dare ragione  

Il dato è che gli insediamenti umani si sono adattati a una configurazione del pianeta che non è stabile e che questi sono vulnerabili a variazioni ambientali estreme, piuttosto probabili. Un'eruzione vulcanica potrebbe far durare l'inverno per decenni. Una variazione dell'orbita potrebbe desertificare o ghiacciare tutto in poco tempo. Come evitare catastrofi? Lo stato della tecnologia non permette di sperare di controllare, nei prossimi secoli, la fisica terrestre e del sistema solare. Ma promette di poter ridurre la vulnerabilità degli habitat alle variazioni climatiche isolandoli da queste. In mezzo al ghiaccio o nel deserto, se climatizzata una città lavora lo stesso.  Il punto da cui partire allora è che, pur essendo risibile, l'ecocatastrofismo sollecita attenzioni utili per avviare la strategia di artificializzazione. Facciamo un test: il modo più serio per ridurre le emissioni è quello di generare più energia attraverso il nucleare e meno utilizzando gli idrocarburi. Avere più energia a basso costo è il supporto di base per ogni sistema di ecologia artificiale (ciclo dell'acqua attraverso la desalinizzazione; città totoclimatizzate, reingegnerizzazione del territorio eccetera). Se i verdi e gli ecocatastrofisti sosterranno la soluzione nucleare noi razionali non li sbertucceremo più. Voltiamo pagina: contratto?

La coscienza e il suo doppio (l'ipotesi futurizzante di un supporto biocibernetico)

Una recente battuta di Sir Arthur Clark ha portato sui media la notizia della possibilità di trasferire la coscienza su un supporto elettronico e in tal modo liberarsi daivincoli della materia e della mortalità. Possibile? Da anni gruppi di ricerca stanno tentando di capire come riuscirci, semplificando, in termini di downloading della personalità dal cervello a un computer. Ma c'è un'alternativa [...] E' difficile che la strategia di copiatura di una configurazione mentale renda possibile il trasferimento della consapevolezza, la coscienza, da un supporto fisico all'altro. Appare, invece, più promettente il programma di ricerca - per ora solo su carta e simulazioni - che sviluppa un doppione biocibernetico (biochip simbionte) della soggettività nel cervello in modo tale che la coscienza possa disporre di due supporti: quello naturale non trasferibile e degradabile e quello artificiale, trasferibile e durevole. Il corpo muore o viene soppresso e la coscienza artificiale, ma portatrice della soggettività, viene trasferita in altri contenitori.

La Ue deve inserirsi nel nuovo progetto spaziale Usa - L'America punta al potere spaziale singolo, l'Europa dovrà convincerla a renderlo bilaterale.

Esauriti gli obblighi multilaterali per la costruzione della Stazione spaziale internazionale, nel 2010 [...] l'America se ne andrà da sola nello spazio, potendolo fare e gli europei no. Già nel 2002 l'amministrazione Bush definì la priorità e l'estensione della "superiorità spaziale". Il  dominio dell'orbita assicura quello sul pianeta. Per controllare l'orbita bisogna anche dominare la Luna e oltre. Nel gennaio 2004 Bush, in un discorso alla NASA, presentò il "nuovo corso": vere astronavi e non solo shuttle, basi permanenti sulla Luna tra il 2015 e 2020. Non è chiaro nella dottrina 2006 se la priorità sia quella di rafforzare la capacità orbitali dirette, inibendo a cinesi e russi la possibilità di interferire, oppure quella prospettica di mettere basi sulla Luna, ma alla fine le due cose andranno assieme. Cambierà questa politica in caso di vittoria democratica nelle presidenziali del 2008? Potrà essere attutita, ma difficilmente si tornerà alla dottrina Clinton (1996) di gestione demilitarizzata e multilaterale delle iniziative spaziali. La Russia è nuovamente divergente, la Cina ha ambizioni cosmiche, l'occhio orbitale semplifica operazioni di difesa e sicurezza di raggio globale. Quindi è molto probabile che l'America destinerà risorse crescenti per l'estensione del suo potere spaziale. Forse gli europei, inglesi a parte, non potranno entrare nel cuore segreto del sistema (intelligence satellitare ed armi ad energia), ma potranno partecipare al programma lunare e di costruzioni delle cosmonavi. Che leve potranno essere eventualmente usate?

Per sminare la questione del Disegno intelligente sarà sufficiente dialogare

I sostenitori del Disegno intelligente chiedono che se ne discuta confrontandolo con le teorie dell'evoluzione basate sul principio darwiniano di selezione a-finale. La comunità scientifica nega loro tale diritto [...] In America i creazionisti hanno voluto imporre la loro visione alla scienza e con una variante più raffinata, il Disegno intelligente appunto, pretendono di avere "prove" scientifiche. Soprattutto, il Vaticano sembra muoversi a sostegno del Disegno e per questo la questione diventa tale e potenzialmente esplosiva: c'è il rischio di un nuovo conflitto tra religione e razionalità. Questa rubrica vuole evitarlo perché siamo in un periodo storico dove è necessaria l'unità dell'occidente, quindi sia del cristianesimo tra le sue varianti sia dei credenti e non [...] In sintesi il cristianesimo è utile per l'ordine sociale e per l'impero occidentale. Ma come gestirne le turbolenze? Due azioni. La comunità di ricerca inviti i sostenitori del Disegno a formulare in termini verificabili con il metodo scientifico la loro ipotesi. Per farlo e per i test passeranno decenni senza conseguenze, ma intanto saranno contenti e la gente sarà rassicurata dalla ricerca di Dio. Anche perché grazie a questa interazione interverremo noi non credenti e razionalisti nel ridisegno della teologia per farne una più robusta a sostegno dell'impero, come già fece Costantino nel 325 a Nicea.


Nel 2004 questa rubrica anticipò l’avvento di una rivoluzione artificializzante del cibo. Poiché favorevole ai tecnocibi (Futurizzazione, Sperling 2003) si chiese cosa e chi avrebbero potuto accelerarla superando gli ostacoli del conservatorismo alimentare. Scelse i cibi speciali dietetici e quelli ad alto valore etico per le popolazioni sottonutrite. Ma dal 2006 i cibi con capacità di creare mode e sostituire le abitudini sono stati creati, invece, dall’alta cucina. Cuochi e scienziati stanno collaborando per combinare chimica, fisica e cucina potenziando il piacere della seconda. Ormai circa duecento locali nel mondo, per lo più in America, offrono formule chimiche il cui gusto è così convincente da conquistare consensi. Il punto: non è l’etica, ma l’estetica, a mostrare più capacità d’avanguardia trainante.

Inizia l’era dove i paralizzati potranno camminare

Anni fa questa rubrica suggerì di far convergere gli sviluppi in diversi settori tecnologici per produrre esoscheletri capaci di far camminare grandi invalidi, paralizzati, nonché di sostenere la mobilità degli anziani [...] Per questo la rubrica segnala con eccitazione il primo passo concreto in tale direzione. L’israeliana Argo Medical Technologies ha annunciato la sperimentazione di un esoscheletro (tuta con rinforzi, nel caso) capace di dare la mobilità a chi non cammina. L’inventore è il paraplegico Amit Goffer. Si apre una nuova area di mercato con alto potenziale sia di business sia di salvazione. Ma lo sviluppo di tale tecnologia è ancora troppo lento per problemi sul lato dell’offerta e della domanda. Come risolverli per accelerare? Il prototipo di Goffer richiede ancora l’uso di stampelle e non è manovrabile da grandi paralizzati. Ma sul lato dell’offerta i potenziali tecnologici sono maggiori, basta collegarli. Cosa esattamente è futurpossibile?




Estropico